“Rilancio del Sud possibile se si supera l’assistenzialismo” - QdS

“Rilancio del Sud possibile se si supera l’assistenzialismo”

“Rilancio del Sud possibile se si supera l’assistenzialismo”

martedì 02 Febbraio 2021

Paolo Capone, segretario generale dell’Ugl, sul Next Generation Eu. Svimez: balzo Pil dall’8,1% all’11,6% col 50% risorse del Recovery Fund

ROMA – La recrudescenza della pandemia di Coronavirus ha assestato un altro duro colpo alla già catastrofica situazione economica del Mezzogiorno e ancora di più oggi si rende necessario l’inserimento nel Recovery Plan di misure atte a risollevare il modo economico del Sud.

Tale piano è stato provvidenzialmente rivisto dopo una prima stesura e la Svimez, l’Associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno, ha riconosciuto, nel suo ultimo rapporto, che sono stati inseriti dei miglioramenti e in una nota spiega che la versione circolata a inizio dicembre 2020, “era complessivamente insoddisfacente, troppo sbilanciata sugli incentivi e priva di una chiara priorità per gli investimenti volti a ridurre il divario nell’offerta di servizi (istruzione, sanità, mobilità) tra le diverse aree del Paese”.

La Svimez ha rilevato che bisogna rafforzare la strategia di intervento per il Sud ed ha presentato i risultati di una simulazione dei possibili effetti sulla crescita del Pil derivante dall’impiego delle risorse mobilitate dagli interventi previsti dal Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza).

La simulazione, che ha preso in considerazione la quota di risorse relativa agli investimenti, pari a 21,2 miliardi di euro, dimostra che una distribuzione territoriale delle risorse più favorevole al Mezzogiorno, e più coerente con l’obiettivo europeo della coesione territoriale, avrebbe l’effetto di incrementare significativamente la crescita del Pil meridionale, dall’8,1 all’11,6% (impatto incrementale cumulato 2021-26) e determinerebbe anche una maggiore crescita complessiva dell’economia nazionale di circa un punto percentuale. Per la Svimez inoltre l’utilizzo delle risorse del Piano Next Generation Italia deve essere l’occasione per un rafforzamento del presidio centrale delle politiche ma anche per un investimento aggiuntivo sulla pubblica amministrazione nazionale e locale. La Svimez ha ribadito anche l’esigenza di orientare le risorse aggiuntive del Piano all’obiettivo della coesione territoriale, soprattutto per quanto riguarda le dotazioni infrastrutturali e sociali e per le politiche volte a migliorare la qualità e il livello dei beni e dei servizi pubblici essenziali.

Paolo Capone, segretario regionale del sindacato Ugl (Unione generale del lavoro) è intervenuto sul rapporto presentato dalla Svimez: “Le ripercussioni economiche e occupazionali della pandemia nel Mezzogiorno sono purtroppo devastanti – ha ribadito Capone -. Secondo la Svimez, oltre ai posti di lavoro già persi, sono a rischio oltre 200 mila occupati al Sud, una polveriera che può innescare tensioni e instabilità sociale. È evidente che il Meridione sconta ritardi infrastrutturali e un gap economico di lunga data con il Nord Italia”.

“Il Recovery Plan – prosegue Capone – rappresenta dunque un’occasione irripetibile per investire nella salvaguardia del territorio e nella digitalizzazione, favorendo lo sviluppo e la crescita di un tessuto imprenditoriale competitivo. Destinando al Mezzogiorno il 50% delle risorse del Next Generation Eu si avrebbe un balzo del Pil meridionale dall’8,1% all’11,6% con la creazione di 100 mila nuovi posti di lavoro. è necessario, pertanto, abbandonare la logica assistenziale puntando su una visione strategica di rilancio del Sud, al fine di eliminare le sacche di diseguaglianza, a beneficio dell’intera economia del Paese e della coesione nazionale”.

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