Grazie alla sorveglianza archeologica della Soprintendenza dei beni culturali di Palermo sugli scavi della rete fognaria, in via Roma sono state scoperte diverse testimonianze relative a più periodi storici.
Grazie alla sorveglianza
archeologica della Soprintendenza dei beni culturali di Palermo sugli
scavi della rete fognaria, in via Roma sono state scoperte diverse
testimonianze relative a più periodi storici.
Nel tratto fra l’Hotel delle Palme e
la Chiesa anglicana, all’altezza di via Stabile, c’è un canale di gronda che ha
portato in luce un tratto della rete cuniculare per lo smaltimento delle acque
bianche, verosimilmente tra il XVIII e il XIX secolo, per l’ampliamento
dell’abitato.
L’esplorazione, grazie a una convenzione tra Soprintendenza di Palermo e Club alpino italiano, è stata effettuata dagli speleologi Totò Sammataro e Marco Rosario Geraci.
Il canale principale sotto la via Stabile è realizzato con blocchi di calcarenite di circa 50 cm di lunghezza (30 di larghezza e 20 di altezza), aggregati con malta di calce e sabbia e copertura con volta a tutto sesto; i cunicoli adduttori presentano, invece, una copertura tombale con basole in calcarenite (mediamente 70 cm di larghezza x 130 di lunghezza e 15 circa di altezza).
Sul lato Sud della via Roma, all’altezza di via Bentivegna, e lungo il lato est, sono stati individuati alcuni strati, molto disturbati dalla presenza di numerosi sottoservizi, dove sono presenti numerosi frammenti ceramici medievali. Questo dato conferma un precedente analogo ritrovamento avvenuto nel 2018 durante gli scavi per la posa della fibra ottica. Quasi all’incrocio con via Cavour, lungo il lato est di via Roma, è stato trovato un pavimento con piastrelle in cotto (25×25 cm) a circa 60 cm dal piano stradale.
“Il sottosuolo della Sicilia è uno scrigno immenso di testimonianze storico-culturali – sottolinea l’assessore regionale dei Beni culturali Alberto Samonà” – Di recente, proprio nel corso dell’attività di vigilanza, la stessa Soprintendenza ha portato alla luce a Caltavuturo un’importante arteria romana di collegamento tra la Sicilia occidentale e la parte orientale dell’Isola che apre nuovi e interessanti scenari”.
“Da una primissima analisi dei materiali provenienti dagli strati sigillati – dice la Soprintendente di Palermo Selima Giuliano – possiamo affermare che vi fu una prima fase di frequentazione in età islamica, una seconda fase databile alla seconda metà del XV e una terza, rappresentata dal pavimento, che si colloca fra il XVIII e il XIX secolo”.