Appalti, la Consulta boccia la "riforma" di Nello Musumeci - QdS

Appalti, la Consulta boccia la “riforma” di Nello Musumeci

Appalti, la Consulta boccia la “riforma” di Nello Musumeci

venerdì 12 Febbraio 2021

"Un ennesimo flop della Giunta regionale" tuona Barbagallo, segretario del Pd siciliano. E il deputato Cracolici chiede le dimissioni di chi "ha gettato nel caos la Sicilia creando grave danno alle imprese"

Nuova tegola sul governo Musumeci dopo che la Corte costituzionale ha dichiarato illegittima la della “riforma” del Codice degli appalti approvata dall’Ars con la Finanziaria del 2019 e impugnata dal Consiglio dei Ministri.

“La pronuncia della Consulta – ha detto il segretario regionale del Pd Anthony Barbagallo – non ci sorprende per nulla: la solita leggina in salsa siciliana è stata bocciata nettamente. E’ l’ennesimo flop del governo Musumeci che, senza scrupoli, pensava di lucrare il voto di qualche piccolo imprenditore edile”.

“Insomma – ha aggiunto – una Giunta regionale che anziché risolvere i problemi genera confusione, contenziosi e risarcimenti del danno. Mandando letteralmente in tilt il sistema, le stazioni appaltanti, i Comuni e le imprese. Il Pd ha votato contro in commissione e in Aula all’Ars, lamentando l’evidente illegittimità della norma”.

“Musumeci – ha concluso Barbagallo – è giunto al quarto anno di legislatura e dovrebbe concentrarsi di più nel governare la Sicilia ascoltando anche i suggerimenti che provengono dall’opposizione, anziché pensare solo agli annunci e alle conferenze stampa che ricordano tanto passerelle d’altri tempi”.

L’apprezzamento della maggioranza nel 2019

Eppure il provvedimento era stato salutato nel 2019 dalla maggioranza come una sorta panacea.

A rileggere le dichiarazioni di allora, secondo il capogruppo di Diventerà bellissima Alessandro Aricò avrebbe consentito di “razionalizzare risorse, eliminare sprechi, garantire maggiore trasparenza in settori cruciali e migliorare i servizi offerti ai siciliani”.

E l’assessore regionale alle Infrastrutture, Marco Falcone, l’aveva salutata come “una significativa innovazione per l’intero comparto siciliano delle opere pubbliche, consentendo di eliminare i ribassi anomali dando nuovo impulso e più ordine alle gare pubbliche, a maggior tutela di trasparenza e libera concorrenza”.

Cracolici chiede dimissioni

Altrettanto duro il deputato regionale dem Antonello Cracolici, il quale ha detto di augurarsi che “chi dai banchi del governo regionale ha gettato nel caos la Sicilia, creando un grave danno alle imprese e al funzionamento della pubblica amministrazione, rassegni le dimissioni”.

“In aula – ha ricordato Cracolici – avevo sottolineato che sul sistema di aggiudicazione degli appalti la Regione non aveva alcuna competenza per intervenire perché riguardava la materia della concorrenza, e per questo doveva attenersi alla legislazione statale”.

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