Palermo, Catania e Messina. Le tre città più grandi della Sicilia sono lo specchio della crisi. Anni di cattiva amministrazione hanno lasciato gli Enti a un passo dal baratro.
Le dichiarazioni di dissesto fanno tremare i sindaci, che fanno di tutto per aggirare una soluzione spesso inevitabile.
PALERMO – In un clima di pesanti ristrettezze economiche, per molti Comuni con i conti in rosso il dissesto finanziario è l’unica soluzione possibile. Il Governo nazionale, però, mira più che altro a ripristinare le condizioni ottimali a un corretto proseguimento della vita degli Enti e lo ha fatto negli ultimi mesi cercando delle proposte valide per evitare, nella maggior parte dei casi, di ricorrere al tanto temuto dissesto. Il decreto legge n. 174 mira infatti al riequilibrio della situazione finanziaria di Enti locali in difficoltà, assicurando il pareggio dei conti e l’erogazione dei normali servizi ai cittadini. Alla base di queste rimodulazioni c’è un maggiore potere affidato alla Corte dei Conti, che ha quindi rafforzato le funzioni di controllo. Ecco qual è la situazione, al momento, nei principali capoluoghi dell’Isola e in alcuni Comuni minori in pre-dissesto. (
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