Però, non sempre la gente si rende conto che questa è un’opera di razionalizzazione, comincia a parlare di sacrifici, qualche volta veri e qualche altra falsi. A nessuno piace vivere in una strettoia, percorrere dei binari rigidi e non potersi permettere di divagare.
Questa è la realtà italiana, ancora più grave quella meridionale, perché al Sud la recessione è più forte che al Nord, tanto che i due, tre punti in meno di Pil, alla fine del 2012 saranno una media fra un modestissimo regresso del Nord e un altissimo regresso nel Sud. è la solita storia del pollo di Trilussa.
Tuttavia, vi è un contraltare a quanto abbiamo descritto, e cioè che la necessità di ridurre le spese comporta una ricerca di efficienza che migliora la qualità della vita.
Si dice che le crisi fanno crescere e l’opulenza porta alla perdizione. Essa è stata la causa del disfacimento della Repubblica ateniese, dell’Impero romano e via via di tutte le grandi aggregazioni susseguenti nei secoli, compreso l’Impero napoleonico.
Gli ozi uccidono mentalmente le persone, mentre i sacrifici le stimolano a cercare le soluzioni più razionali per risolvere i problemi e, via via, ci si abitua a questo meccanismo benefico, per cui la mente cerca sempre il come fare senza fermarsi alla posizione stupida che è quella di non far nulla di fronte alle difficoltà.
È la differenza tra il vivere la vita con qualità e non con disvalori, che la fanno disperdere senza avere da essa i migliori effetti per i quali si vive.
Tanta gente si lamenta per questo o per quello, addossa la responsabilità dei propri fallimenti agli altri , non fa l’esame di coscienza per capire quali siano le proprie responsabilità e, soprattutto, per migliorare il proprio tenore di vita. è gente ottusa che non merita alcuna considerazione.
Dalle interviste degli extracomunitari abbiamo sentito che loro fanno immensi sacrifici, lavorano fino a venti ore al giorno, sette giorni su sette, ma progrediscono, guadagnano e le loro famiglie, tutto sommato, stanno bene.
Lo stesso fenomeno si è verificato quando, per una forma stupida di tipo sociale, ben un milione e seicentomila italiani e italiane hanno lasciato il campo ad altrettanti stranieri per il ruolo di badante, il cui numero è probabilmente maggiore perché c’è chi lavora in nero.
Ecco, la crisi non ha ancora insegnato a tutti gli italiani che bisogna privarsi di alcune cose oggi per ottenerne altre domani. Purtroppo l’insegnamento del ceto istituzionale che ha governato Stato centrale, Regioni e Comuni si è rivelato pessimo. Come pessimo è stato il comportamento, fondato su raccomandazioni e corruzione.
Il risorgimento del Paese e del Sud passa attraverso la capacità dei meridionali, innanzitutto, e del ceto politico nazionale, di diffondere equità in tutta la società, equilibrando i rapporti fra chi guadagna molto e chi è in stato di povertà, nella cosiddetta no tax area.
In questa direzione occorre che la gente aumenti il tasso di protesta non andando a votare o votando schede bianche e nulle, se non verranno proposti candidati che non siano indagati – imputati – condannati – pregiudicati. Non basta, occore anche che essi abbiano un cursus honorum adeguato a chi assume la responsabilità di gestire la cosa pubblica in funzione del mandato ricevuto dagli elettori.
La Santacrisi costringerà i malfattori a ritirarsi e alla riduzione del tasso di corruzione e di inefficienza che ha rovinato l’Italia. Serve qualità, qualità e qualità per far recuperare a questo Paese quelle posizioni che la gran parte dei cittadini merita perché è laboriosa, onesta ed ha molta voglia di crescere.