“No al Muos, affinché la Sicilia non diventi terreno di guerra” - QdS

“No al Muos, affinché la Sicilia non diventi terreno di guerra”

“No al Muos, affinché la Sicilia non diventi terreno di guerra”

martedì 03 Luglio 2012

Preoccupa l’imponente struttura di comunicazione militare Usa, in costruzione a Niscemi. Chiesa a Modica: “In gioco milioni di vite, danni gravi dalle emissioni”

MODICA (RG) – “Il Muos è un tentativo dell’Occidente di mantenere la supremazia davanti alla conquista economica da parte delle potenze asiatiche. Un tentativo che vuole concretizzarsi nell’uccisione di milioni, forse un miliardo di persone. Oltre ai danni dovuti alle emissioni delle onde elettromagnetiche, causa di tumori e altre malattie, dobbiamo dire no al Muos perché non vogliamo che la Sicilia diventi un terreno di guerra. Sarà compito di noi cittadini dire No a decisioni prese dall’alto, da persone sconosciute che mirano a salvare solo se stessi”. Giulietto Chiesa, giornalista ed esperto di globalizzazione economica (il primo a sinistra nella foto), si è espresso così in materia di Muos, l’imponente struttura con tre trasmettitori parabolici che sta sorgendo nella riserva naturale orientata Sughereta di Niscemi.
In un gremito atrio comunale, nel cuore della città di Modica, Chiesa e altri ospiti hanno affrontato il complesso tema che affligge l’Isola da qualche mese, cercando di delineare le linee guida fondamentali per la comprensione dei rischi che comporta quest’impianto.
Oltre al giornalista Antonio Mazzeo – tra i primi a sottolineare la pericolosità di tale costruzione – fondamentale è stato l’apporto di Massimo Coraddu, consulente esterno del dipartimento di Energetica del Politecnico di Torino ed ex ricercatore dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare. “A Niscemi, a due passi dalle abitazioni – ha detto – hanno creato ben 41 antenne americane che servono da comunicazione con i vari mezzi navali. La base c’è dal 1991: queste erano già un problema ma si è deciso adesso di ampliare il tutto con il Muos. Nonostante il Comune e la Regione si siano detti in un primo momento contrari – ha continuato – la seconda ha deciso qualche mese fa di acconsentire allo scempio”.
Nonostante i dubbi e le polemiche, soprattutto per i rischi connessi a una maggiorazione delle emissioni di radiofrequenze, i lavori stanno procedendo da circa un anno e non sembrano destinati ad arrestarsi. Forte comunque l’interesse nella provincia iblea – dove si susseguono da mesi azioni e manifestazioni – anche perché, secondo alcuni studi, il Muos potrebbe interferire con l’apertura dell’aeroporto di Comiso, struttura già gravata di innumerevoli ritardi e che potrebbe definitivamente considerarsi ‘atterrata’ per un tale rischio.

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