Il rapporto Istat 2012 ha rilevato il numero delle unioni e i mutamenti dei nuclei familiari. Diminuiscono inoltre le coppie con figli e aumentano i genitori single
PALERMO – L’Istat ha scattato una nuova fotografia della società italiana. Tra i tanti argomenti rilevati all’interno del Rapporto annuale 2012, il matrimonio suscita un’attenzione particolare e non senza motivi validi.
La crisi delle unioni è ancora viva, palpabile. Sposarsi è un passo ragionato e valutato tanto da essere spesso accantonato a causa delle tante difficoltà contemporanee. Ad ogni modo, quello che si evidenzia, è un quadro generale molto complesso all’interno del quale aumentano le unioni e, con esse, il numero delle famiglie ma diminuiscono le coppie con figli, così come aumentano le famiglie monogenitoriali.
Al Sud il calo dei giuramenti di fedeltà eterna si registra già a partire dal lontano 1972. Con un totale di 91.073 matrimoni registrati nelle ultime proiezioni al 2010, queste zone prevalgono lasciando dietro il Centro e il Nord rispettivamente con 40.056 e 86.571. Scendendo nei dettagli è la Campania a far da traino con 27.810 matrimoni, seguita dalla Sicilia con 22.284 e dalla Puglia con 18.170. Al Nord, l’unico dato rilevante è quello della Lombardia con 29.682 “sì” pronunciati.
Il Nord vanta il primato delle coppie miste ovvero quelle con almeno un coniuge straniero: 25 mila nel 2010 (l’11,5% di tutte le celebrazioni), sono più che raddoppiate dal 1992. Ciò è forse una prova importante della riuscita di un processo d’integrazione che nel nostro Paese è ancora difficile ma evidentemente non impossibile. L’andamento dell’Italia si muove comunque su percentuali basse. Con 25,5% la regione di Bolzano fa da apripista, la seguono Toscana (famosa per i numerosi interventi a favore dell’integrazione) con il 21,4%, poi il Trentino e le zone del Centro con il 15%. Infine Sicilia e Puglia rappresentano ultima e penultima regione nella classifica con 4,7% e 3,9%.
Negli ultimi venti anni le famiglie italiane sono state interessate da mutamenti importanti – si legge nel Rapporto Annuale. Tra questi mutamenti rientra da qualche tempo l’aumento dell’età al matrimonio, la diminuzione del tasso di fecondità e la formazione di nuove strutture familiari. Tra i 25 e i 35 anni oggi si registrano i maggiori “sì”. Neppure sposarsi in età “matura” permette, però, di sfuggire alla separazione. La media di convivenza matrimoniale aggiornata è di 14 anni, 9 anni per le coppie miste. I coniugi del Sud durano un solo anno in più rispetto alla media nazionale; nel Nord si resiste in media per 15 anni, ma i numeri si allargano di due, tre punti in più per le coppie miste. Il Centro registra invece 10 anni di convivenza prima della separazione.
Il numero dei componenti delle famiglie è anch’esso in calo. Se negli ultimi venti anni le famiglie italiane sono aumentate, passando da 20 a 24 milioni, i componenti sono scesi da 2,7 a 2,4. Mutamenti in tal senso non hanno potuto che portare a nuovi scenari con l’alterazione della vecchia struttura famigliare e la nascita di nuove. Dal 1993 a oggi le coppie senza figli sono aumentate, seppur leggermente, dal 18,7% al 19,8%.
La statistica che colpisce è quella delle coppie con figli, scesa dal 45,7% al 35,5%. Tra le nuove forme aumentano le famiglie monogenitoriali dal 7,6% al 8,6%. Localmente il trend è rispettato: al Nord dal 41,5% si passa a 32,5%, al Sud dal 53,9% al 41,7%. Le famiglie senza figli sono il 16,5% (partite dal 22%) e quelle monogenitoriali l’8,7% (erano l’8,3%) Le persone sole sfiorano nel 2010 il 30%.
La curiosità. Una donna su 5 perdona il tradimento
Per amore, per una dipendenza economica o per il timore di lasciare i loro figli senza un padre, molte donne sono disposte a chiudere un occhio sull’infedeltà del proprio marito, ma se il tradimento diventa di pubblico dominio 8 donne su 10 non perdonano. Secondo un sondaggio promosso sul sito web www.Incontri-ExtraConiugali.com il 78% delle donne dichiara infatti che non perdonerebbe mai un tradimento se questo diventa pubblico e sfrontato. Eppure il 18% delle intervistate si dichiara capace di determinare con precisione il giorno in cui il marito le ha tradite. Come? Dal linguaggio corporale di lui (67%), dal fatto che il partner dedichi loro inaspettatamente troppa attenzione (22%) o dai regali estemporanei (11%). L’uomo si accorge meno spesso che la moglie abbia una relazione extraconiugale, tuttavia se è l’uomo ad accorgersi che sua moglie lo tradisce, nel 92% dei casi non sarà disposto a chiudere un occhio. Inoltre, in un caso su tre è proprio Facebook a causare il divorzio. Ma perché è proprio Facebook a rovinare il rapporto di coppia? Secondo gli esperti il motivo non è tanto da ricercare nel social network come elemento di scoperta del tradimento quanto nel fatto stesso che il tradimento reso pubblico diventa insopportabile per la donna.