L’obiettivo è rimarginare una ferita ma realmente curata: siglato un accordo con la Sogesid Spa per un’assistenza specialistica finalizzata alle caratterizzazioni ambientali e alle bonifiche
MESSINA – A maggio l’avvio delle caratterizzazioni delle aree, entro fine anno lo studio di fattibilità tecnico economica con i progetti per le bonifiche, quindi la ricerca dei finanziamenti, più o meno seettanta/ottanta milioni di euro, per ripulire dai veleni una delle parti più belle di Messina. È la grande ferita della Zona Falcata che va rimarginata.
Convive con il territorio da decenni, per scelte sbagliate, come quella di collocarvi insediamenti industriali o pseudo tali, in un’area di indiscusso valore storico artistico e paesaggistico e per contenziosi infiniti sulla competenza delle aree che hanno favorito l’immobilismo. Ancora adesso il Comune aspira a togliere la titolarità all’Autorità di Sistema portuale dello Stretto, volendo riesumare quell’Ente porto, uscito di scena solo qualche anno fa, istituzione regionale che non è riuscita a raggiungere nessuno degli obiettivi per cui era nata. “Andiamo avanti con le nostre attività – ha ribadito Mario Mega, presidente Adsp – prenderemo atto se verranno indicazioni diverse”.
Per andare più spediti verso la riqualificazione della Zona Falcata, l’Adsp ha siglato un accordo con la Sogesid Spa, Società in house dei ministeri della Transizione ecologica e delle Infrastrutture e Mobilità sostenibili. La partecipata statale fornirà assistenza specialistica per le caratterizzazioni ambientali nelle tre zone individuate (A, B, D) e per la redazione del progetto delle bonifiche.
La convenzione è stata firmata dal presidente Adsp Mario Mega e dal presidente e ad di Sogesid Carmelo Gallo, alla presenza del sottosegretario di Stato Barbara Floridia. All’incontro c’erano anche i portavoce del M5s Francesco D’Uva, Grazia D’Angelo, Antonio De Luca e Valentina Zafarana. Sogesid lavora già in altri scali portuali e Gallo, originario della Calabria, si è detto contento di operare nell’area dello Stretto a cui si sente particolarmente legato.
Mega ha ricordato che l’Autorità portuale ha investito nella Falce circa un milione di euro per tanti piccoli interventi, tra cui le recinzioni per impedire nuove discariche e occupazioni abusive. Con il supporto dell’Università di Messina è stato realizzato il piano di caratterizzazione, poi approvato dalla Regione. A febbraio è stata sottoscritta un’intesa quadro con Sogesid in modo da poter attivare accordi specifici, questo è il primo, come sottolineato da Mega, un accordo esecutivo per l’assistenza tecnico specialistica nelle attività di caratterizzazione ambientale che sono state affidate dopo una gara a un Rti con capogruppo la Cada Snc di Menfi (Agrigento). Le attività saranno avviate entro il 10 maggio e dovranno essere completate entro novanta giorni.
La Convenzione con la Sogesid prevede che venga aggiornato e integrato il Piano di caratterizzazione ambientale, gestirà la fase esecutiva con analisi e valutazione dei dati che emergeranno. La società dovrà poi ricostruire il modello idrogeologico e di diffusione degli inquinanti producendo una prima identificazione degli interventi di messa in sicurezza.
“Un ulteriore accordo – ha aggiunto Mega – porterà entro fine anno a soluzioni progettuali per le bonifiche e infine il progetto esecutivo che ci consentirà di bussare alle porte dei ministeri per ottenere quei finanziamenti indispensabili per potere cominciare a ragionare sulla valorizzazione della Zona Falcata”.
Sulla base dei dati disponibili sarebbero necessari, come detto, dai settanta agli ottanta milioni di euro, ma è una cifra approssimata, se per eccesso o per difetto si saprà solo alla fine dei rilevi. L’Autorità portuale aveva chiesto un finanziamento sul Recovery ma non si poteva predisporre i capitolo senza la progettazione.
“Rammarica – ha sottolineato il sottosegretario Barbara Floridia – il fatto di non avere un progetto pronto già adesso da utilizzare con i Pnrr, un’occasione persa. È pesante quanto risposto dal Ministero, il presidente Mega ci ha provato ma non si può accedere a delle risorse senza una previsione documentale concreta. Questo accordo con la Sogesid serve proprio a quantificare al più presto le risorse necessarie e avviare il percorso per dare nuova vita ad aree di pregio”.