Greg: “Mi sono appassionato allo swing di Frak Sinatra e Dean Martin e questo album è un omaggio a loro e alla loro musica”
Greg, pseudonimo di Claudio Gregori è un attore, comico, cantante, musicista, conduttore televisivo, conduttore radiofonico e fumettista.
Unitamente a Pasquale Petrolo, in arte Lillo, fa parte del duo comico Lillo & Greg e ha dato vita al gruppo musicale rock demenziale “Latte & i Suoi Derivati”.
In questi giorni è uscito “A Swingin’ Affaire”, un disco realizzato con Massimo Pirone, uno dei trombonisti più rilevanti del panorama musicale italiano e non solo. Si tratta di un progetto discografico che si presenta al pubblico come un vero e proprio show degno delle migliori platee di Las Vegas.
Venticinque brani di swing all’ennesima potenza e allegria pura sono le matrici di quest’operazione in cui Greg mostra di esaltare a pieno le sue innate doti vocali di crooner, prendendo a modelli di riferimento artisti come Frank Sinatra, Dean Martin, Nat King Cole e Bobby Darin.
L’abbiamo raggiunto telefonicamente e gli abbiamo chiesto di parlarcene.
La musica ti accompagna da sempre e sei
appena uscito con un album di musica swing. Quando nasce la tua passione per
questo genere musicale?
Tutto
fa capo alla passione che aveva papà. All’età di cinque, sei anni ascoltavo la
musica che circolava in casa. A mio padre piacevano molto il jazz e lo swing e
poi, in quegli anni ’70, ascoltavo molto la radio dove si trasmetteva buona
musica. In quel periodo mi piaceva molto il jazz delle origini, quello
proveniente da New Orleans degli anni ’10 e ’20 e lo swing non mi aveva ancora
catturato. Con gli anni mi sono appassionato allo swing, diciamo così,
salottiero, quello di Las Vegas e della Capitol,
quello di Dean Martin e Frank Sinatra. Si trattava di uno swing d’intrattenimento
senza virtuosismi, senza assoli troppo lunghi ma con una grande cura degli
arrangiamenti, un grande gusto e garbo in un’atmosfera molto soft. Così lo
swing si è affiancato alla mia smodata passione per il rock’n’roll. Nel corso
degli anni ho anche militato in diverse formazioni che suonavano questo genere
e, da un paio d’anni, con l’incontro di Massimo Pirone è diventato un vero e
proprio repertorio che oggi è sfociato in “A Swingin’ Affaire”, il disco che è appunto uscito
da pochi giorni.
A proposito di Massimo Pirone, come vi
siete incontrati?
L’ho
incontrato nel 1997, quando uscimmo con il terzo disco de “Latte & i Suoi Derivati”, la band ancora in attività che ho con
Lillo. Avevamo bisogno di una sezione fiati e vennero a suonare nel disco i
fratelli Corvini e Massimo Pirone. Da quel momento siamo rimasti in ottimi
rapporti e ci siamo frequentati. Lui è un appassionato di Frank Sinatra, io di
Dean Martin e quando mi ha proposto di fondere queste passioni e costruire una
band non ho avuto dubbi. Tra noi c’è molta intesa e si è realizzato quello che
i jazzisti chiamano entertain, quello spalleggiarsi reciprocamente sul palco
possibile solo in presenza di una grande complicità.
Appena sarà possibile, “A
Swingin’ Affaire” ti
vedrà esibirti live?
Sì,
speriamo in un tour quest’estate. Questo disco è nato un po’ in sordina e
grazie a Francesco Comunale, che ha prodotto e sta promuovendo il disco, è diventato
qualcosa di concreto. Peraltro questo genere musicale ben si presta a concerti
che inizino alle 19 o alle 19:30, quindi senza nessun problema di “coprifuoco”.
Cantante, attore, hai fatto televisione,
cinema ma sei anche fumettista. Nel tempo hai usato molti mezzi per esplicitare
la tua arte.
Devo
confessarti che, da subito, ho capito che con la musica, in Italia non saremmo
riusciti a realizzare nulla. Pensammo addirittura, a metà degli anni ’80, di
trasferirci in Scandinavia dove c’era una scena rock’n’roll e rockabilly molto
vitale. Questa scelta non la realizzammo perché avremmo dovuto lasciare tutto
quello di cui ci occupavamo in quel momento e anche perché ho ritenuto che, al
di là del revival, non saremmo andati lontano. La realtà è che, a oggi, di quel
panorama musicale è rimasto solo Brian
Setzer degli Stray Cats,
cha ha poi fondato la Brian Setzer
Orchestra ma, nonostante la sua capacità incredibile è un artista di
nicchia, non molto conosciuto. Continuo a comporre molta musica di quel genere,
che poi utilizzo per le colonne sonore dei film o degli spettacoli teatrali. Con
“Latte & i Suoi Derivati”,
proprio per l’uso disinvolto e divertente che facciamo della musica, riusciamo
a proporre anche questo genere musicale.
A proposito dei “Latte & i
Suoi Derivati”, qual’è lo stato di
salute della band?
Buono,
direi. Ho scritto diverse canzoni, anche in questo periodo, e lo stesso Lillo
ne ha scritte un paio. A queste si sommano molti brani che abbiamo realizzato
dal vivo dal ’98 a oggi ma che non abbiamo mai inciso. Tutto questo sta
sfociando in un album, probabilmente di dodici brani. Sto già lavorando alla
pre-produzione e contiamo di farlo uscire nei prossimi mesi.
Tu e Lillo vi conoscete da sempre. Ma,
Greg, sii sincero: non vi siete ancora stancati di lavorare assieme?
Noi
ci diamo, da sempre, la libertà di fare altre cose e forse questa è la ricetta
che tiene uniti. Io preferisco occuparmi di musica e di teatro. Spesso ho
l’esigenza di realizzare sofisticate commedie all’americana, ho messo in scena Anton
Cechov, sto lavorando a una versione di “Pierino e il lupo” di Prokofiev. A Lillo piace molto fare televisione e fare
cinema. Potrei dire che “siamo una coppia aperta” che però, nel tempo, ha
dimostrato che funziona e anche bene.
Sei un autore e ami profondamente la musica.
Hai mai pensato di scrivere un libro, magari proprio sulla musica?
Devo dirti che ne parlo un po’ nella prefazione di “AgGREGzioni”, il mio primo libro uscito nel 2019. Si tratta di una serie di racconti, appunto, “aggregati”. Mi era venuta l’idea di realizzare un excursus musicale che riguardasse la scena rockabilly italiana negli anni ‘80/’90. Progetto complicato che non ho ancora partorito ma sicuramente la voglia di scrivere di musica è dentro di me e, prima o poi, un progetto si realizzerà.
Roberto Greco