Tra le decisioni più attese domani dalla cabina di regia politica del governo Draghi, il posticipo del coprifuoco, nuove riaperture, nuovi parametri per le fasce di colore alle Regioni
Gli italiani ieri sono tornati in spiaggia nel giorno della riapertura degli stabilimenti e delle piscine all’aperto e i turisti stranieri cominciano ad affacciarsi nuovamente nelle piazze e nelle strade delle città, dopo la circolare del ministro della Salute Roberto Speranza che cancella la quarantena per i cittadini dell’Unione Europea e della Gran Bretagna.
In attesa del doppio appuntamento di lunedì – la cabina di regia politica nella quale il governo farà il tagliando alle restrizioni in vigore con il possibile posticipo del coprifuoco a mezzanotte e la riunione dei tecnici dalla quale dovrebbero scaturire i nuovi parametri per definire le fasce di colore delle regioni – riapre un altro pezzo d’Italia.
Una ripartenza che conferma quel principio di gradualità e prudenza nelle scelte dell’esecutivo che il presidente del Consiglio Mario Draghi ha ribadito più volte e che ripeterà nel vertice con i capigruppo di maggioranza di lunedì, nonostante il pressing costante del centrodestra e di buona parte dei presidenti di regione.
I numeri continuano ad essere in miglioramento, come dimostrano i 6.659 casi e le 136 vittime nelle ultime 24 ore, dato quest’ultimo che non si registrava dal 22 ottobre, e la campagna vaccinale procede senza intoppi.
Ma per non vanificare i sacrifici fatti dagli italiani in questi mesi, è il ragionamento che viene fatto dalle parti di palazzo Chigi, e per non dover procedere a nuove chiusure, è necessario muoversi con cautela.
Domani, lunedì 17 maggio, dunque non dovrebbero esserci stravolgimenti rispetto alle ipotesi ampiamente circolate. Ecco quello che sappiamo finora.
Il posticipo del coprifuoco, alle 23 o più probabilmente a mezzanotte, a partire dal 24 di maggio, la data per la riapertura dei centri commerciali nei fine settimana (probabilmente già dal 22 maggio) e quella per la ripartenza del settore dei matrimoni e delle cerimonie (si è ipotizzato attorno al 15 giugno).
Non è escluso, inoltre, che dal vertice possa arrivare anche l’indicazione per una nuova verifica delle misure a fine mese nel corso della quale valutare la possibile cancellazione del “tutti a casa” e affrontare il tema dell’utilizzo della mascherina all’aperto durante l’estate.
E’ previsto un incontro tra regioni, tecnici dell’Istituto superiore di Sanità e ministero in cui dovrebbe arrivare il via libera ai nuovi parametri per l’attribuzione delle fasce, che dovrebbero passare da 21 a 10-12.
Resterà tra gli indicatori del rischio l’Rt calcolato sui casi sintomatici, ma non rappresenterà più un automatismo che fa scattare il cambio di colore, come avvenuto finora: è il compromesso raggiunto tra chi lo voleva cancellare del tutto (le Regioni) e chi, invece, lo ritiene ancora fondamentale per fotografare l’andamento dell’epidemia (ministero della Salute e Iss).
A determinare le 4 fasce di colore dovrebbero essere l’incidenza dei casi su 100mila abitanti (con 250 si va in rosso, con 150-250 in arancione, con 50-150 in giallo e con meno di 50 in bianco) e l’Rt ospedaliero.