Migranti, intesa con Tunisi, l'Italia segnalerà le partenze - QdS

Migranti, intesa con Tunisi, l’Italia segnalerà le partenze

Migranti, intesa con Tunisi, l’Italia segnalerà le partenze

venerdì 21 Maggio 2021

Perché le navi di quel Paese possano ricondurre a terra chi è diretto verso l'Italia. Il premier Draghi, nel Consiglio Ue di lunedì, proporrà un nuovo accordo per la redistribuzione degli arrivi

L’Italia gioca su due tavoli la partita per frenare gli arrivi dal Mediterraneo in vista dell’estate.

A Bruxelles, nel Consiglio europeo di lunedì il premier Mario Draghi metterà sul tavolo il tema del “meccanismo della relocation” dei migranti.

A Tunisi ieri la ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, insieme al commissario Ue Ylva Johansson, ha portato a casa una maggiore disponibilità sui voli di rimpatrio. E soprattutto l’attivazione di una “linea diretta dedicata”, in modo da segnalare tempestivamente alle autorità del Paese africano la partenza di imbarcazioni dalle coste così da poterli riportare a terra.

I tempi sono stretti.

In maggio, sulle coste della Sicilia sono già arrivate quasi quattromila persone via mare, in prevalenza da Libia e Tunisia.

Bisogna quindi intervenire subito.

“Il meccanismo di riallocazione – ha ricordato Draghi – nelle discussioni europee è stato messo a dormire da un po’ di tempo: lo riproporrò nel Consiglio europeo di lunedì, occorre tornare a discutere di questo, lo avremo all’odg di un altro Consiglio europeo ma bisogna assolutamente trovare un accordo”.

Serve poi, ha aggiunto il Premier, “un intervento economico che devono fare i Paesi ma anche l’Ue nel suo complesso; la collaborazione bilaterale e multilaterale con i Paesi di partenza senza dimenticare il ruolo dell’Onu. Sono strumenti che devono essere impiegati con equilibrio, efficacia e umanità”.

La partita dei ricollocamenti non si annuncia facile, dal momento che per i partner tradizionali dell’Italia, Francia e Germania, è anno di elezioni e dunque non sarà semplice spuntare una quota adeguata di migranti da trasferire in questi Paesi.

Per ora, alla chiamata alla solidarietà verso l’Italia lanciata da Bruxelles ha risposto solo l’Irlanda, disponibile ad accogliere dieci persone. Ma Roma punta anche a stringere sulle partenze.

C’è la Libia in primo piano , ma non solo.

Dei quasi quattordicimila sbarcati nel 2021, circa tremila sono partiti dalla Tunisia (novemila dalle coste libiche) e 1.789 sono di nazionalità tunisina.

Tunisi vive una grande crisi economica aggravata dal Covid e tanti giovani scelgono di tentare la fortuna in mare per raggiungere l’Europa.

La visita di ieri di Lamorgese e Johansson si è sviluppata su due piani: a livello europeo si è cercato un accordo di partenariato strategico tra Ue e Tunisia che prevede il controllo dei flussi migratori irregolari, aiuti consistenti per il rilancio economico del Paese, ampliamento dei canali di immigrazione regolare.

Anche il presidente della Tunisia Kais Saied ha espresso la necessità di “un approccio globale” all’immigrazione che ne affronti “le ragioni profonde combattendo la povertà e la disoccupazione”.

Nel colloquio con il premier Hichem Mechichi, Lamorgese ha affrontato anche problemi più immediati e c’è stata intesa su una maggiore flessibilità nei rimpatri che al momento prevedono due voli settimanali, martedì e giovedì, con un massimo di ottanta persone complessivamente.

La richiesta italiana, accettata, è quella di spostare i voli anche in altri giorni in modo che siano sempre pieni, visto che ultimamente, con i tamponi da effettuare, non è facile mettere sui charter tutte le persone nei giorni prestabiliti.

Inoltre, c’è stata anche disponibilità a organizzare voli supplementari se ce ne fosse bisogno.

Un punto ancor più importante per Roma è stato quello dell’attivazione di una “linea diretta dedicata” attraverso la quale le autorità italiane, individuate attraverso controlli radar e aerei della partenza di imbarcazioni, possono avvisare quelle tunisine che agiranno nelle proprie acque territoriali riportando indietro i barconi.

La ministro Lamorgese, alla fine, ha espresso a Saied e Mechichi la disponibilità “ad aiutare concretamente la Repubblica tunisina ad affrontare sfide molto complesse, prima tra tutte quella che riguarda il futuro dei giovani di questo Paese che legittimamente aspirano, come i loro coetanei europei, a soddisfacenti condizioni lavorative e di vita”.

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