A Barcellona Pozzo di Gotto rinchiusi 146 detenuti: sono circa l’11% del totale nazionale. Chi ha scontato la pena resta rinchiuso: mancano i progetti di reinserimento sociale
PALERMO – Lager dimenticati, ergastoli bianchi: chiamateli come volete, l’orrore non cambia.
Un orrore che adesso sembra smuovere le coscienze della gente, ma forse non ancora quella delle istituzioni. “Gli ospedali psichiatrici giudiziari sono carceri, luoghi di dolore e non di cura e vanno chiusi – ha detto Gisella Trincas, presidente nazionale di Unasam, l’Unione delle associazioni per la salute mentale – “
“Non ci sono Regioni virtuose e meno virtuose – continua- , ma buone e cattive esperienze locali sparse in tutta la Penisola. Dal Nord al Sud, Isole comprese, tutte hanno le criticità a parte il Friuli Venezia Giulia e Trieste. Realtà che rispondono a tutte le indicazioni di una buona pratica di salute mentale: servizio sanità mentale aperto 24 ore, posti letto negli ospedali quasi mai occupati perché utilizzati solo per le crisi, persone coinvolte nel percorso di cura, risorse e personale qualificato. Trieste non manda un solo cittadino negli Opg, il Friuli un numero risicatissimo”.
Ed in effetti, in Sicilia, tutto tace. La cronaca è rimasta ferma alla polemica sollevata lo scorso mese di luglio dal senatore Salvo Fleres che accusò la Regione siciliana di “totale immobilismo” in riferimento al mancato recepimento da parte di quest’ultima della normativa nazionale che prevede il trasferimento della sanità penitenziaria al servizio sanitario regionale. La polemica con la Regione ha avuto come unico effetto quello di far saltare il tavolo tecnico con l’assessorato alla Salute che doveva studiare i dettagli tecnici del passaggio.
La Sicilia, secondo i dati dell’Unasam, ospita nell’unica struttura presente sull’Isola che è quella di Barcellona Pozzo di Gotto circa 146 detenuti, circa l’11% del totale nazionale. Sono infatti 1.330 le persone rinchiuse nei cinque ospedali psichiatrici giudiziari in Italia. Trenta le donne, internate nell’unica sezione femminile della Penisola, Castiglione delle Stiviere. La maggior parte arrivano dalla Lombardia (227), seguono Campania (165) e Sicilia (146) contro i tre internati della Val D’Aosta, i cinque della Basilicata, i sei del Molise. In mezzo ci sono Piemonte (58), Liguria (47), Sardegna (31).
Questi dati sono stati annunciati nella conferenza stampa di presentazione del congresso nazionale dal titolo “Senza catene. L’orrore degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari”, in programma a Cagliari, dal 16 al 17 settembre e organizzato dal comitato sardo Stopopg. Tre le tavole rotonde che ospiteranno i senatori della Commissione parlamentare d’inchiesta sul Servizio sanitario nazionale, Donatella Poretti e Michele Saccomanno, Mauro Palma, del Comitato contro la tortura del Consiglio d’Europa, rappresentanti delle più importanti organizzazioni nazionali e regionali coinvolte nella campagna StopOpg, amministratori regionali e locali.
L’iniziativa. La Regione Toscana finanzia un progetto
La Regione Toscana ha appena deciso il cofinanziamento di una iniziativa realizzata in collaborazione con l’Asp11 di Empoli.
Il progetto costerà complessivamente 130mila euro, di cui 76 finanziati dalla Regione, e prevede la realizzazione di interventi terapeutico-riabilitativi sia all’ interno che all’esterno dell’Opg di Montelupo, dove attualmente risultano presenti 126 pazienti.
La delibera è stata approvata dalla giunta regionale, su proposta dell’assessore Daniela Scaramuccia. Si tratta “di un progetto molto articolato, che noi siamo ben contenti di finanziare – spiega l’assessore – perché senza dubbio consentirà ai pazienti detenuti di recuperare capacità disperse, sviluppare le loro potenzialità, accelerare il loro reinserimento sociale e abbreviare il periodo di detenzione. E magari diminuire anche il numero di rientri per recidiva di reato o di malattia’’.
Un’iniziativa che non vogliamo pensare non ci siano strumenti e risorse per realizzarla anche in Sicilia.