Murales Falcone-Borsellino, l'autore rivela un'incredibile storia - QdS

Murales Falcone-Borsellino, l’autore rivela un’incredibile storia

Murales Falcone-Borsellino, l’autore rivela un’incredibile storia

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sabato 29 Maggio 2021

Qds ha intervistato lo street artista siciliano Giulio Rosk, che ha svelato un aneddoto che si nasconde dietro il murales che domina la Cala di Palermo. "Abbiamo immortalato due icone immortali".

Lui è Giulio Rosk: ha 33 anni viene da Serradifalco (Caltanissetta) ed è uno street artista nel segno del Leone. Ma non basta. Giulio non è solo un artista di strada: Giulio (Gebbia, in arte Rosk) è un co-creatore del murales di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino che campeggia dietro l’istituto Nautico “Gioeni Trabia”, alla cala di Palermo.

Non esiste palermitano che non si sia commosso di fronte a quella parete che prende vita, di fronte alle barche inermi ormeggiate e allo smog delle auto che intasano il traffico di via Cala.

Qds ha intervista Giulio Rosk, di rientro da Firenze dopo aver realizzato l’ultimo capolavoro con le bombolette spray in memoria di Davide Astori, il difensore centrale viola deceduto il 4 marzo 2018 in una tragica trasferta ad Udine.

Cosa hai ereditato da Belin (street artista spagnolo, autore di murales fotorealistici sulle orme di Picasso, ndr) tuo amico e “maestro”?

“Lui mi ha dato la possibilità di toccare con mano lo spray, facendomi capire quello che ero in grado di realizzare. Ero piccolo, ma mi ha trasmesso tanta grinta e voglia di fare: è stato un incontro fondamentale per la mia crescita artistica. Ho preso consapevolezza di cosa significasse fare street art”.

A “Truly Unique People” (by Ploom), la serie di talks organizzati in collaborazione con la rivista Rolling Stone, hai dichiarato che: “Non intendi andare via da Palermo, che qui hai le tue radici e c’è molto da seminare. Cosa pensi, invece, di chi molla tutto e va via?

“Non biasimo chi, al contrario mio, decide di andar via. Anche io quasi 10 anni fa, dopo l’università, provai ad andare a Milano. Qui, a Palermo, è noto come nel campo artistico ci siano parecchie difficoltà. Però penso che ci voglia più coraggio a rimanere che ad andarsene (Giulio sorride, ndr). Spero che chi va via, comunque, un giorno si renda conto quanto la nostra terra sia in grado di offrire…”

E ai giovani street artisti, cosa consigli?

“Palermo per quanto riguarda la street art è una meta ambitissima. Qui ne abbiamo avuti parecchi… ma poi un artista potrebbe venire qui solo per le vacanze! C’è un’accoglienza da parte dei palermitani che è difficile da trovare altrove. Palermo ha capito l’importanza di accogliere i street artisti e la città riesce a farsi bella dappertutto, anche in quei posti che non ti aspetti, negli angoli abbandonati del centro storico.
E vorrei aggiungere…”

Prego

“Spero che possa crescere una generazione di artisti, non solo nella street art, che creda in Palermo. Il problema è sempre quello: il dio denaro. Che è quello che ci tiene lontani dalla nostra terra (e dal sud in generale, ndr) perhè il mercato artistico non è dei migliori e così un artista cerca altrove il proprio futuro”.

Senti Giulio, andando al sodo: il murales che ti è “rimasto dentro”, tra i tanti realizzati.

“Beh, indubbiamente quello di Falcone e Borsellino alla Cala. Quella lì è l’opera che mi ha emozionato e mi emoziona di più.
Con Falcone e Borsellino abbiamo immortalato due icone che sono immortali. E’ un monumento dove siamo siamo stati solo mano nella realizzazione, ma ad essere “monumentali” sono le persone ritratte”.

I palermitani – lo sai – si dividono tra questo e Bakhita, in via dello Spasimo, alla Kalsa.

“Spero che ce ne siano tanti altri (sorride ancora, ndr). Bakhita ho la fortuna di vederla ogni giorno, perchè abito di fronte al murales e con la mia ragazza lo apprezziamo sempre”.

Street art è anche denuncia di tanti temi, come quello della criminalità organizzata

“La street art, come tutto il movimento hip hop, nasce come denuncia. La cultura del graffito è fondamentalmente denuncia, la volontà di gridare quello che non va bene. Come il rap degli anni ’90, anche i graffiti sono andati su questa linea. Noi street artist abbiamo un compito importante: quello di divulgare dei messaggi, e lo facciamo in maniera diretta su scale enormi, perchè le nostre tele sono palazzi di 20 metri dove giocoforza imponi il tuo messaggio. In questo caso non dico che siamo dei supereroi… però abbiamo un ruolo delicato nel veicolare dei specifici messaggi”.

Grazie Giulio, per il tempo che hai dedicato a Qds…

“No aspetta. Voglio raccontarti una cosa che non ho mai detto a nessun giornale, perché è una cosa spiacevole, ma che è avvenuta durante la realizzazione del murales in memoria di Falcone e Borsellino”

Ti ascolto…

“Mentre eravamo al lavoro, un tizio in scooter ci ha urlato: “Ma cu sù chìsti?”. Ovviamente sapeva benissimo chi fossero quei due soggetti. Io spero che oggi questa persona, passando da lì, si renda conto chi effettivamente erano “questi”. E così i suoi figli e i figli dei suoi; ricordando cosa, Falcone e Borsellino, hanno fatto anche per lui”.

Gioacchino Lepre

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