L'assessore dimissionario è ancora indagato per l'inchiesta dei presunti dati covid falsati. Il Pd, "questione di potere e poltrone". Il M5s, "indecente". Fava, "da questo governo solo spartizioni"
Ieri sera, con un comunicato, il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, ha reso noto di aver ri-nominato Ruggero Razza come assessore regionale della Salute.
Razza si era dimesso dall’incarico nel marzo scorso perché era indagato – e lo è ancora – nell’ambito di una inchiesta su presunti dati legati ai casi covid falsati e Musumeci aveva tenuto la delega alla Salute.
“In queste settimane di interim – ha affermato il Presidente della Regione nella nota – ho potuto toccare da vicino la qualità degli operatori della Sanità siciliana, la loro abnegazione e l’impegno da tutti profuso nel corso di questi lunghi mesi di pandemia. Non mi hanno meravigliato gli appelli rivolti da molti operatori e rappresentanze sindacali, certamente non tacciabili di vicinanza con il nostro governo, che hanno chiesto di riprendere il percorso amministrativo avviato con l’assessore”.
“Dal primo momento – ha aggiunto – ho detto che le indagini giudiziarie e le responsabilità politiche devono essere separate, nel pieno rispetto per il lavoro della magistratura e dei princìpi che regolano la nostra vita democratica. Per questo ho insistito con Ruggero Razza affinché potesse riprendere il ruolo che gli avevo assegnato nel novembre del 2017. Ho fiducia che questa scelta possa contribuire positivamente a concludere un percorso amministrativo avviato in questi anni con i risultati che tutti conoscono”.
Fava, governo produce solo spartizioni
“C’erano e ci sono – ha dichiarato il presidente della Commissione regionale antimafia Claudio Fava – molteplici motivi di opportunità che avrebbero dovuto suggerire a Musumeci di non procedere a decidere il ritorno di Ruggero Razza alla guida dell’assessorato alla Salute. Ma su queste evidenti ragioni ha prevalso la volontà di piegare l’interesse della Sicilia alle esigenze politiche del presidente della regione. Il tutto dopo aver lasciato, nei mesi più caldi della campagna vaccinale, l’assessorato e la macchina regionale senza una guida”.
Per Fava “alla vigilia di una nuova stagione di nomine, unico vero collante del governo regionale, Musumeci doveva dimostrare di essere ancora alla guida di una coalizione che nei fatti non esiste più, con un governo che produce solo spartizione di poltrone e non un solo singolo atto nell’interesse dei siciliani”.
Barbagallo, questioni di potere e poltrone
“La staffetta Musumeci-Razza alla Salute – ha commentato il segretario regionale del Pd, Anthony Barbagallo – si chiude nel peggiore dei modi nel giorno in cui si festeggiava la Repubblica: il delfino è infatti tornato sulla tolda di comando dell’assessorato alla Salute, come ci fa sapere Musumeci con un comunicato, dopo settimane di sussurri e campagne social abilmente orchestrate”.
“Il Partito Democratico – ha aggiunto Barbagallo – è sempre stato critico sulla gestione della Sanità in Sicilia da parte di Ruggero Razza, a prescindere dall’indagine giudiziaria in cui è coinvolto e da cui gli auguriamo di uscire indenne. Sono decine gli atti parlamentari presentati per denunciare le inefficienze del sistema Sanità in Sicilia, voluto da Razza, del quale abbiamo anche chiesto la sfiducia. E le nostre perplessità si sono rinvigorite durante l’interim di Musumeci, il quale non si è mai degnato di venire all’Ars a rispondere e confrontarsi sulle falle registrate nella gestione dell’emergenza Covid ma anche negli ospedali, con interi reparti ordinari abbandonati a loro stessi, senza medici e poco personale sanitario”.
“E’ solo una questione di potere e poltrone – ha concluso il segretario dem -, la Sicilia affonda ma con ritorno di Razza Musumeci è contento, tutto il resto non conta”.
M5s, rinomina Razza indecente
E per il capogruppo del M5s all’Ars Giovanni Di Caro e i componenti pentastellati nella Commissione Salute – Francesco Cappello, Giorgio Pasqua, Salvatore Siragusa e Antonio De Luca – la rinomina di Razza “è indecente: l’ennesimo atto di egoismo di Musumeci che mette in primo piano i propri interessi e quelli della sua ricandidatura davanti a quelli della salute pubblica e dei siciliani, un atto d’arroganza che conferma, ove ce ne fosse bisogno, che quando il Presidente si muove fa solo danni”.
“Premesso – prosegue la nota dei rappresentanti del Movimento – che l’assessore rientrante andava messo da parte anche prima dell’inchiesta della magistratura per la sua manifesta incapacità, tanto da far presentare alle opposizioni una mozione di censura nei suoi confronti, non comprendiamo cosa sia cambiato dal momento delle dimissioni a oggi”.
“A questo punto – concludono i pentastellati – ci chiediamo perché Musumeci le abbia accettate, facendo ora questa retromarcia che sa dell’ennesima beffa ai siciliani. Razza in ogni caso rimane l’assessore che era consapevole del fatto che veniva artatamente alterato il denominatore del rapporto tra tamponi positivi e tamponi effettuati. Alla luce di questo, quale credibilità può avere un assessore simile?”.
Faraone, un grave errore
“Musumeci e Razza hanno commesso un grave errore, così espongono la sanità siciliana, in piena vaccinazione e in un momento molto delicato, a fibrillazioni e polemiche dannose per i siciliani. Le sue dimissioni erano state assolutamente opportune in attesa della necessaria chiarezza, oggi non si capisce perché se le sia rimangiate. Razza ha sbagliato a tornare al suo posto e Musumeci ha sbagliato a chiederglielo”.
Lo ha affermato in un una nota il coordinatore regionale e presidente dei senatori di Italia Viva, Davide Faraone.
Palazzotto, minata la credibilità delle Istituzioni
“La scelta di rimettere Ruggero Razza al suo posto come se nulla fosse, come se non esistesse un’indagine a suo carico sulla falsificazione dei dati dei contagi durante una pandemia, mina alle fondamenta la credibilità delle istituzioni. Le piega a beceri interessi di bottega di un Governo regionale allo sbando”.
Lo ha scritto in una nota il deputato siciliano di LeU Erasmo Palazzotto.
“Davvero – si è chiesto – non esisteva un’altra figura in grado di ricoprire quell’incarico? Al netto di come finirà l’indagine non sarebbe stato il caso di nominare come assessore alla salute in un momento così delicato una figura al di sopra di ogni sospetto? Come pensiamo che i Siciliani possano continuare a fidarsi di una classe dirigente come questa?”
DiventeràBellissima, ritorno Razza buona notizia
Nel silenzio della maggioranza, l’unico commento positivo al ritorno di Razza è stato ieri quello di Alessandro Aricò, capogruppo all’Ars di DiventeràBellissima, il partito di Musumeci.
“Il ritorno di Ruggero Razza alla guida dell’assessorato regionale alla Salute – ha scritto in una nota – è certamente una buona notizia, non a caso auspicata in queste settimane da sindacati e operatori del settore. Ciò consentirà, infatti, di portare a compimento il percorso di riqualificazione e potenziamento della Sanità siciliana che dal suo insediamento ha già raggiunto tappe fondamentali, come la nuova rete ospedaliera, migliaia di assunzioni e stabilizzazioni, decine di cantieri negli ospedali e notevoli risultati nel contrasto a una terribile emergenza globale come il Coronavirus”.