Ieri giornata di commerazione e di ricordo in tutta l’Isola. Presenti le massime cariche istituzionali. Diciannove anni fa, in Via D’Amelio, l’uccisione del giudice Paolo Borsellino
PALERMO – Era il 19 luglio 1992 quando in via Mariano D’Amelio un’autobomba uccise il procuratore aggiunto di Palermo Paolo Borsellino e gli agenti della polizia di Stato che lo scortavano: Agostino Catalano, Walter Eddie Cosina, Vincenzo Li Muli, Emanuela Loi e Claudio Traina.
Nella giornata di ieri, Palermo e tantissimi altri comuni siciliani hanno ricordato il sacrificio di chi ha detto no alla mafia, di chi l’ha combattuta portando avanti con coraggio e determinazione un esempio di legalità che ancora oggi, a distanza di diciannove anni, resta un modello di riferimento insostituibile per i giovani e non solo.
La giornata di commemorazione e di ricordo è stata intensa e molto partecipata. Non potevano mancare a Palermo le più alte figure istituzionali: il presidente della Camera Gianfranco Fini, il ministro dell’Interno Roberto Maroni, il ministro della gioventù Giorgia Meloni e i componenti della delegazione della commissione Cultura e istruzione del Parlamento europeo.
“A parte la politica e la propaganda, avete ragione: la verità è un diritto. Sono qui perché sono alla ricerca della verità, altrimenti non sarei qui”. Così il presidente della Camera, Gianfranco Fini, si è rivolto ai giovani delle agende rosse, con i quali si è intrattenuto per qualche minuto prima di deporre la corona d’allora in via D’Amelio.
A chi ha criticato il comportamenti di pezzi delle istituzioni nei confronti dei magistrati che indagano sulla strage, Fini ha detto: “Non dovete generalizzare, io sono qui in nome della Camera dei deputati pur sapendo che all’interno c’é un po’ di ipocrisia”. “Forse non tutti – ha aggiunto Fini, con a fianco Salvatore Borsellino, fratello del magistrato – sentono il dovere di commemorare in questa occasione, io però sono qui come sono stato qui l’anno scorso quando ho parlato con voi”. Quindi, Fini ha citato una delle frasi celebri di Borsellino: “Lui diceva ‘un giorno questa terra sarà bellissimà, mi auguro che un giorno tutta l’Italia sarà bellissima”. Dopo aver deposto la corona d’alloro sulle note del silenzio, Fini ha ricevuto una copia della pagella di Giovanni Falcone, recuperata da alcuni studenti del Convitto nazionale; a consegnargliela è stata Valeria Giarrusso. Subito dopo il presidente della Camera ha lasciato via D’Amelio per rientrare a Roma.
“Non è mai troppo il tempo che passa perché queste ferite possano rimarginarsi. Vedere che il mondo non dimentica ci spinge ad andare avanti”. Lo ha detto Lucia Borsellino, figlia del magistrato, a margine della giornata di studi ‘Paolo Borsellino, un siciliano eroe nazionale. Cultura della legalita’ e politiche giovanilì, organizzata dalla fondazione Buttitta e dalla Fondazione Tricoli in collaborazione con il Centro sperimentale di Cinematografia. “Il raggiungimento della verità sulla strage di via D’Amelio – ha aggiunto – farebbe bene all’umanità intera”. A Lucia Borsellino è stata consegnata dal presidente del Cerisdi, Elio Cardinale, una targa intitolata a Paolo Giaccone, il medico legale ucciso dalla mafia l’11 agosto del 1982. “è come se lassù i nostri padri si fossero coalizzati per starci più vicini” ha commentato Milly Giaccone, figlia del medico. “Ai giovani oggi vorrei dire che l’onestà e la competenza sono le armi migliori per vincere la mafia. Purtroppo il dolore della perdita non è quantificabile – ha aggiunto Giaccone – . Durante l’iniziativa è stato proiettato il video ‘Falcone e Borsellino. Il coraggio della solitudine’. Il dvd sarà distribuito gratuitamente, da settembre, nelle scuole e negli istituti penitenziari di tutta Italia.
Nel pomeriggio, è stato osservato un minuto di silenzio. In serata si è svolta una fiaccolata che è partita da piazza Vittorio Veneto e che è culminata per l’appunto in via D’Amelio, teatro dell’assurda strage che non ha tuttavia impedito ai siciliani di continuare a sperare in una Sicilia senza mafia.
Catania. Inaugurato un murale alla memoria
A Catania i ragazzi dello Spazio Libero Cervantes e dell’Associazione Culturale Durden presenteranno un murale in memoria del giudice Paolo Borsellino, ucciso diciannove anni fa dalla mafia.
Il dipinto è stato realizzato lungo la Circonvallazione, tra tra la bretella di Via Santa Sofia e la salita di Via Galermo.
All’inaugurazione era presente il sindaco Raffaele Stancanelli e l’assessore comunale alle politiche giovanili Ottavio Vaccaro. Ad accompagnare il murale una frase estrapolata da uno degli ultimi discorsi di Borsellino,
“La lotta alla mafia deve essere innanzitutto un movimento culturale, che abitui tutti a sentire la bellezza del fresco della libertà, e che si oppone al puzzo del compromesso morale,dell’indifferenza, della contiguità e quindi della complicità”.
“Sognamo – ha detto Gaetano Fatuzzo del Cervantes – una circonvallazione cittadina arredata dai volti e nomi di coloro che hanno dato la vita contro la mafia. Un’idea positiva che vuole comunicare che la giusta direzione verso cui camminare è scandita da legalità, giustizia, sacrificio e libertà”. “Falcone e Borsellino – ha aggiunto Fatuzzo – sono la segnaletica lungo questa direzione. Sta ora a noi stringere i lacci e camminare”.