Monitorare gli effetti della vaccinazione nei pazienti anziani ospitati nelle residenze a loro dedicate. Questo l’obiettivo di uno studio multicentrico, promosso da Istituto Superiore di Sanità e geriatri, parte di un progetto di collaborazione per un nuovo modello di Rsa e per una più efficace sanità territoriale.
Questa una delle novità presentate al 35/ congresso nazionale della Società Italiana Geriatria Ospedale e Territorio (Sigot) che si chiude domani. Partendo dal presupposto che per questa popolazione non esistono ancora dati clinici specifici, lo studio vede la partecipazione di più di 60 RSA di tutto il territorio nazionale, con potenzialmente più di 3400 ospiti, e consentirà la valutazione degli effetti in termini di efficacia e sicurezza della vaccinazione anti-Covid-19 in funzione del grado di fragilità e di compromissione cognitiva della persona anziana.
“Le Residenze Sanitarie Assistenziali costituiscono un nodo fondamentale nell’assistenza sanitaria inserendosi tra le strutture ospedaliere per acuti e l’intervento domiciliare. Il contributo che si vuole offrire – evidenzia Alberto Castagna del Comitato Scientifico della Sigot – non è solo operativo, ma anche di programmazione. Abbiamo fatto dialogare strutture residenziali nazionali con l’approccio condiviso dell’analisi multidimensionale. Lo strumento scelto è il Multidimensional Prognostic Index (MPI), riconosciuto a livello mondiale, in quanto permette di tenere in considerazione oltre all’aspetto clinico e farmacologico, anche le componenti funzionali, emotive, nutrizionali e socio-economiche dell’individuo anziano.
A fianco dei normali strumenti di valutazione, è stata prevista la raccolta di altri parametri per valutare lo stato cognitivo, l’impiego di farmaci antipsicotici e le terapie specifiche per la demenza.
Il dato di partenza assai rassicurante è che al momento la quasi totalità di questi pazienti è vaccinata”.