Marina Galeazzi, direttore dei Lavori pubblici al Comune: “Stiamo facendo ciò che ci è possibile”. I lavori, durati tre anni, non sono serviti a risolvere i guai del Giardino Bellini
CATANIA – Il Giardino Bellini è di nuovo al centro dell’attenzione per lo stato di degrado e abbandono in cui si trova. Sono passati solo pochi mesi dalla riapertura dopo tre lunghi anni di restauro, ed è sufficiente fare un giro per i viali della “Villa”, come piace chiamarla ai catanesi, per accorgersi di come sia lasciata a se stessa. Mancanza di sicurezza, di pulizia, di controllo e di decoro, che unitamente all’inciviltà di alcuni membri della comunità cittadina – che sembrano quasi gioire nel distruggere o deturpare la cosa pubblica – non rappresentano di certo un buon biglietto da visita per la città di Catania: cespugli incolti sulla sabbia che ricopre quello che un tempo era il piazzale delle carrozze, sedili e grate divelte, il sistema d’irrigazione con i tubi a vista, la quasi totale assenza di verde in diversi punti del giardino (sembra che ci siano stati seri problemi di crescita delle piante dovuti alla troppa ombra), l’orologio simbolo della villa che non funziona, un solo vigile urbano per il controllo dell’intera superficie (che evidentemente è insufficiente), l’acqua verde e stagnante nelle fontane e l’assenza di un recinto delimitativo su via Tomaselli. Queste sono soltanto alcune delle cose che non vanno.
Proprio per questi motivi il Comitato Sos Villa Bellini ha voluto denunciare lo stato delle cose, puntando il dito contro l’amministrazione comunale per la sicurezza e il decoro, ma anche per il non secondario aspetto economico della questione. Lo aveva già fatto con le 11 domande poste nel 2009 e lo ha rifatto adesso.
“Ancora però – affermano i membri del comitato – non abbiamo ricevuto risposte, forse perché l’amministrazione non ritiene opportuno fare luce sulle proprie economiche. Inoltre vogliamo sapere se è vero o no che l’Unione europea ha applicato una sanzione per non aver pubblicato il bando sulla Gazzetta europea”.
L’architetto Marina Galeazzi, progettista e direttore dei lavori di restauro, oggi direttore dei Lavori pubblici precisa che “la recinzione su via Tomaselli non c’è mai stata”, ma che comunque l’amministrazione “sta provvedendo a chiudere lo spazio così che non ci sarà più pericolo di cadere giù per chi dovesse accidentalmente o volutamente scavalcare la siepe che delimita il confine della villa”.
I tempi sono molto incerti: la ringhiera in ferro che è stata prevista, infatti, doveva essere montata già tre mesi fa a non si capisce bene per quale motivo non sia stata ancora posizionata. “Stiamo facendo ciò che ci è possibile in qualità di amministrazione comunale” ha affermato Marina Galeazzi.
Per ciò che riguarda la manutenzione e la sorveglianza, la gestione è passata all’assessorato Ecologia e Ambiente e quindi a Claudio Torrisi. Quest’ultimo ha spiegato di stare facendo il possibile per risolvere i problemi evidenziati, ma non è mai facile. Accanto agli impedimenti economici, infatti, c’è anche quello del vandalismo, contro cui è necessario un sistema di controllo maggiore. Neanche le telecamere installate a circuito chiuso sono in grado di risolvere il problema, quindi, come lo stesso Torrisi ha spiegato si sta lavorando per “predisporre un bando perché si possa affidare ad associazioni di volontari il servizio di sicurezza e controllo”. Servirà?