Solo Palaoreto e Paluditore in buono stato. Per il resto si accumulano ritardi e inefficienze. Strutture in condizioni degradate e gestione deficitaria: il “punto” di Faraone (Pd)
PALERMO – Dagli impianti sportivi ai “pianti” degli sportivi. Strutture per lo più inagibili, off-limits per i cittadini e per le società sportive. E’ il caso del Palasport di Fondo Patti, o del Velodromo con gli spalti senza agibilità. Ma questi sono i casi più lampanti. Il viaggio denuncia di Davide Faraone, capogruppo del Pd in Consiglio comunale, che ha toccato tutti gli impianti di proprietà del Comune, anche quelli minori che hanno un’importanza fondamentale nel territorio, si è concluso con un’iniziativa alla sede del Coni dal titolo “Lo sport è vietato?”. All’incontro sono intervenuti Alessandro Anello, assessore comunale allo Sport, Massimo Costa, presidente Coni Sicilia, Giovanni Caramazza, presidente provinciale Coni e Roberta Cascio, presidente provinciale del Comitato Italiano Paraolimpico e Guglielmo Nicastro, avvocato. Sono state invitate tutte le associazioni sportive palermitane e gli operatori del settore. L’iniziativa si è aperta con la proiezione del documentario che ha raccontato il viaggio di Davide Faraone. Una fotografia drammatica che si è aperta con le immagini del Palasport di Fondo Patti, che Davide Faraone ha definito, ad apertura, “la metafora dello sport a Palermo. Uno sport “sequestrato”.
IL VELODROMO – A seguire, una sequenza sul Velodromo “Paolo Borsellino” dello Zen, uno degli impianti cittadini più belli, ma al contempo più sfortunato, “vittima – ha aggiunto Faraone – della cattiva gestione degli impianti sportivi comunali”.
Realizzato per la manifestazione “Italia 90”, la sua pista ciclistica, che ne caratterizza la forma ed il nome, vedrà la prima ed ultima gara internazionale nell’agosto del 1994. Successivamente, sarà utilizzato soltanto per eventi prevalentemente musicali che comprometteranno il prato, la pista e le griglie di scolo dell’acqua piovana.
LO STADIO DELLE PALME – La musica non cambia quando il viaggio fa tappa allo Stadio delle Palme, intitolato a Vito Schifani. Le tribune sono state ristrutturate nell’ottobre 2010 ma ancora sono inagibili. Si aspettano ancora, infatti, gli atti del collaudo per le prove di carico.
La pista è stata ristrutturata nel 2007 e necessita di continui interventi di manutenzione. Da quest’anno, a causa della mancanza di fondi comunali, nessuno la effettuerà più. La palestra è oggetto di notevoli infiltrazioni di acqua piovana per mancata manutenzione del solaio di copertura, il campo di basket è in condizioni di totale degrado e le docce non hanno acqua calda perché manca il gasolio.
LO STADIO DIAMANTE – La situazione dello Stadio di Baseball “Diamante” somiglia a quella del Palasport. Progettato dall’ufficio dei LL.PP. – servizio sport del Comune, questo impianto, intitolato al grande campione siculo-americano Joe Di Maggio, nativo di Isola delle Femmine, affascinò non poco i dirigenti della federazione internazionale di baseball che lo identificarono per i mondiali realizzati in Italia.
La storia recente di questa struttura è stata un crescendo di incuria e di abbandono: il tabellone elettronico guastatosi e mai riparato, il fondo erboso spesso ridotto “a campo di patate”; notevoli infiltrazioni di acqua piovana con grave collassamento dei solai degli spogliatoi e delle strutture portanti, resi da tempo inagibili e transennati; vetri rotti, scale invase da guano di colombi; impianti antincendio distrutti e vandalizzati; manto erboso quasi inesistente con notevoli presenze di evidenti aree allagate.
“Oggi il gioiello di Fondo Patti – ha commentato Faraone – versa in uno stato di totale abbandono con gravi danni alle strutture portanti e ai pregevoli impianti tecnologici rimasti inutilizzati e oggi non funzionanti, come i giganteschi pannelli solari”.
Altrettanto grave è la situazione degli impianti sportivi minori, “strutture importantissime – ha detto l’esponente del Pd – perché nascono nelle periferie palermitane”.
LA PISCINA – Il viaggio si conclude con la tappa alla Piscina olimpica. L’impianto comunale dopo numerosi interventi, soffre a tutt’oggi di problemi legati alla gestione. L’insufficienza di assistenti bagnanti, per esempio, pregiudica l’utilizzo al pubblico della piscina comunale scoperta e limita l’utilizzo al pubblico nelle ore pomeridiane a soltanto 2 giorni a settimana.
A fronte di 18 assistenti bagnanti, allo stato attuale operano soltanto 6 unità lavorative in quanto l’amministrazione comunale, durante il processo di stabilizzazione del personale Lsu, non ha ritenuto prioritario salvaguardare queste figure professionali indispensabili alla libera fruizione di tutto l’impianto del pubblico.
Le strutture in buono stato, alla fine del viaggio, risultano soltanto il Palaoreto e il Palauditore.