La riforma del servizio di riscossione dei tributi in Sicilia dopo la totale acquisizione pubblica. Cinque ex ufficiali di riscossione hanno già vinto le cause e sono stati assunti
PALERMO – La riforma del servizio di riscossione dei tributi in Sicilia procede tra molti dubbi e poche certezze. Se ne è accorta la commissione Bilancio dell’Assemblea regionale siciliana che, da qualche tempo, segue il progetto di riordino delle società a partecipazione regionale, programma che comprende anche la riscrittura del sistema di raccolta delle imposte. Riscossione Sicilia dovrebbe incorporare Serit Sicilia secondo un piano votato dall’Ars su delibera del governo (articolo 20, legge regionale 11/2010) per portare avanti il nuovo servizio pubblico costituito a dicembre.
La scorsa settimana a Palazzo Reale si è tenuta un’audizione con i vertici di Serit Sicilia, nella quale sono emerse criticità legate all’attività pregressa svolta da Riscossione Sicilia (Holding controllore di Serit, soci: la Regione, l’Agenzia delle Entrate e Monte Paschi Siena) e preoccupazioni dovute al presente.
Una realtà che da dicembre segna la gestione diretta della raccolta dei tributi da parte della Regione con l’Agenzia delle Entrate attraverso la società Riscossione Sicilia e con l’acquisizione delle quote di Monte Paschi Siena (i dettagli nelle tabelle a parte).
Secondo quanto ha affermato il presidente della commissione Bilancio, Riccardo Savona (gruppo misto), in un’intervista al Quotidiano di Sicilia venerdì scorso, ci sono difficoltà che incombono anche sulla pianta organica. Che oggi potrebbe incrementarsi di circa 250 ex ufficiali di riscossione, figure che avevano un rapporto con l’ex esattore Monte Paschi e che sono uscite di scena perché non più utilizzabili per legge. Soggetti che potrebbero entrare in Serit Sicilia a tempo indeterminato in caso di esito positivo di eventuali vertenze.
“Cinque sono state già vinte con l’assunzione delle persone da parte di Serit Sicilia – ha detto il presidente Savona – E ci sono circa 80 procedimenti in corso. Su questo punto dobbiamo fare chiarezza perché le assunzioni non possono appesantire il bilancio della Regione. Inoltre, non possono far crescere l’organico di Serit Sicilia che già è stato ridotto con prepensionamenti, circa 200, ed esodi che si stanno avviando perché rientrano nel piano più generale di contenimento dei costi”.
Tasse non pagate e crediti inesigibili a parte, già sottolineati dalla Corte dei Conti nel 2010 (articolo a parte), nonostante l’incremento delle riscossioni (19,47% rispetto al 2009 per un importo di 255,7 milioni di euro), la questione si sta ingarbugliando anche sul settore occupazione. Ha detto in audizione a Palazzo Reale Benedetta Cannata, presidente Serit Sicilia: “Sui contenziosi aperti, la Monte Paschi sembra disponibile ad accollarsi le spese legali e risarcitorie, mentre riguardo alla eventuale assunzione a tempo indeterminato dei 256 soggetti la questione è oggetto di negoziato tra le parti, ma è prospettabile il rischio che l’aggravio dei trattamenti pesi sulla parte pubblica e dunque sul bilancio della Regione”.
Savona intanto ha chiesto a Serit Sicilia e a Monte Paschi di “tenere conto di questo aspetto anche con un’adeguata contropartita in prezzo di cessione”. E Santi Formica, (Pdl), vice presidente vicario dell’Ars e componente della commissione Bilancio, ha sottolineato l’importanza di definire la questione prima della chiusura delle trattative, in quanto rappresenta “una pesante ipoteca sulla esistenza stessa della società nata dalla fusione”.
Ed ha aggiunto: “I costi tendenziali, da un calcolo approssimativo potrebbero ammontare a circa 300 milioni su un arco di 30 anni”. Per il vertice di Serit Sicilia, Cannata, inoltre, occorrerebbe verificare “la reale utilità dell’inserimento in organico delle suddette unità di personale”, poiché sarebbero chiamate a svolgere funzioni “ormai superate, non più previste dall’organizzazione aziendale”. Intanto si conta il deficit per il 2009 sia di Riscossione Sicilia che di Serit Sicilia. La prima società ha registrato una perdita di circa 1,3 milioni di euro, mentre Serit Sicilia, che ha circa 800 dipendenti, ha superato i 10 milioni di euro.
Corte dei Conti: “Carenze strutturali”. 2,5 mld di tasse non riscosse nel 2009
Palermo – Due miliardi e mezzo di tasse non riscosse nel 2009 a fronte di una raccolta di circa 208 milioni. Poco più di due miliardi nel 2008 rispetto ad un incasso di 201 milioni di euro. Numeri che si avvicinavano anche nel 2007: circa 190 milioni riscossi su 2 miliardi e mezzo di euro.
I numeri sono segnalati dai magistrati della Corte dei Conti sull’attività di riscossione in Sicilia all’interno del rendiconto della Regione per l’esercizio finanziario 2009. Cifre fornite da Serit Sicilia alla magistratura contabile, che oggi “sono migliorate del 7,8 per cento – affermano negli uffici della società rispetto ai dati aggiornati a quel periodo”. Parte di questi tributi però, come nel resto d’Italia “saranno difficili da incassare perché si tratta di crediti inesigibili, o di altre situazioni generate da mancanza di liquidità o prescrizioni”. E sono solo degli esempi. Tuttavia, la Corte dei Conti nella relazione indica nel vecchio assetto societario di Riscossione Sicilia “carenze strutturali” e scarsi controlli.
Per la riscossione di ruoli di spettanza regionale che nel 2009 ammontano a circa 208 milioni di euro, la Serit ha trattenuto l’aggio di quasi 9 milioni di euro, mentre per il 2010 “orientativamente circa 10 milioni”, aggiungono dalla Società. L’anno 2010 ha confermato comunque “la tendenza all’incremento delle riscossioni sui ruoli emessi da enti statali, tasse ed imposte dovute dai cittadini siciliani allo Stato e alla Regione”. Le somme versate al 31 dicembre 2009, secondo l’ultimo aggiornamento, risultano 214,1 mln di euro. Al 31 dicembre del 2010 sono 255,7 mln di euro. In linea con il risultato conseguito da Equitalia che interviene in altre regioni. Per il direttore generale di Serit Sicilia, Antonio Finanze “l’incremento delle riscossioni è correlato alla messa a regime delle maggiori rateazioni”. Un dato “soddisfacente” lo ha giudicato il vicepresidente Angelo Cuva che ha segnalato “l’efficienza e l’efficacia regionale raggiunte dalla società nell’attività di riscossione, pur se contemperate alla maggiore tutela dei diritti del contribuente”. Tra le azioni per potenziare la riscossione, partirà a breve la notifica ai contribuenti dell’avviso di addebito con valore di titolo esecutivo. Si comincerà con il recupero dei crediti contributivi Inps che ha già emanato una circolare secondo quanto stabilito dalla norma nazionale 122/2010 e valevole da gennaio di quest’anno.