Razionalizzare la spesa aumentando la qualità - QdS

Razionalizzare la spesa aumentando la qualità

Razionalizzare la spesa aumentando la qualità

giovedì 10 Marzo 2011

Forum con Armando Giacalone, dir. gen. Azienda ospedaliera Policlinico “V. Emanuele” di Catania

Cambio di esperienza, dal Comune è passato al Policlinico. Che differenza ha trovato?
“Per me è un po’ un ritorno, dato che dal 1991 al 1994 sono stato amministratore straordinario alla USL 35, quindi Vittorio Emanuele, Ferrarotto, Policlinico e Santo Bambino erano nella mia giurisdizione dell’epoca, unitamente a tutta la farmaceutica della provincia di Catania. La logica è certamente diversa adesso. Policlinico e Vittorio Emanuele sono due megastrutture con storie diverse anche se con una piccola radice comune che è la formazione universitaria. Assistenza, didattica e ricerca erano quindi nel dna delle due strutture, ma hanno avuto due crescite diverse e questo crea delle difficoltà. Questo matrimonio un po’ combinato dalla legge 5, al di là di questi ostacoli propri, ha trovato una sorta di brutta accettazione da parte della politica. Gli stessi politici che aveva votato la legge 5 nel 2009 alla Regione siciliana, cioè, hanno mal digerito questo accorpamento. L’idea di trasferire tutto il polo ospedaliero del Vittorio Emanuele, Santa Marta, Santo Bambino e Ferrarotto a Librino nasce già nel 90, quando si fece il primo progetto per la realizzazione dell’ospedale di Librino, appunto. Mi sembra che sia in atto una strumentalizzazione da parte di una certa politica che attribuisce in negativo alla legge 5 lo smantellamento di tutto. Già negli anni Settanta c’era un progetto di delocalizzare le strutture ospedaliere dal centro perché la città nel suo perimetro fosse servita, mentre al centro restava il Policlinico come struttura formativa”.
Quali sono i punti fondamentali che interessano maggiormente questa mega struttura che lei è chiamato a gestire?
“Sono quattro le direttrici fondamentali su cui io e il mio staff ci stiamo concentrando molto. La prima è la rimodulazione del numero dei posti letto. Anche qui occorre fare i conti con la vecchi cultura per cui un primario ospedaliero è valutato in base al numero dei posti che ha a disposizione, indipendentemente dal’utilizzo che ne fa. È importante, invece, valutare l’attività che svolge, l’occupazione dei posti disponibili che deve essere almeno tra il 95 e il 100%. Devo dire, comunque, che grazie anche alla collaborazione della facoltà di medicina siamo riusciti a smussare una serie di spigoli. La seconda priorità e nello stesso tempo difficoltà è stata la formazione dell’atto aziendale che è lo statuto del nostro ente, cioè l’atto costitutivo della nostra azienda che riconosce proprio nell’assistenza, nella didattica e nella ricerca la mission della azienda ospedaliera universitaria.
In terzo luogo, e molto legata alla riformulazione dell’atto costitutivo, ho voluto introdurre dei dipartimenti  assistenziali con delle specificità, quindi con funzioni organizzative e gestionali. Saranno inoltre gestiti, anche dal punto di vista delle risorse, da capi dipartimento che faranno anche da tramite tra le esigenze dei primari e il direttore generale. Ci sono 11 dipartimenti in totale e quindi anche 11 referenti invece che tutti i primari. La quarta direttrice riguarda la dotazione organica. Conseguente all’atto aziendale è l’approvazione della dotazione organica. Il rapporto in percentuale tra tecnici, medici e amministrativi è perfettamente rispettato secondo i criteri di legge”.
Quali sono, invece, le criticità della mega struttura ospedaliera del Policlinico?
“Abbiamo ottime risorse mediche in tutti i campi, i nostri medici  ed anche il personale infermieristico sono preparati. Ciò che invece dovremmo migliore sono i servizi alberghieri. Le strutture sono sporche, le lenzuola dure o non sufficienti. Le gente si lamenta proprio di questo, non della prestazione medica. Poi, certo stiamo lavorando anche sul piano umano con corsi di formazione per  il nostro personale che deve essere quanto più umano possibile perché la degenza del malato non sia negativa”.
 

 
L’organizzazione alla base di tutto il sistema, molti gli interventi in day hospital e day surgery
 
In che modo si possono migliorare i servizi all’utenza?
“Nessuno di noi ha la bacchetta magica, ma mi hanno insegnato che alla base di tutto c’è l’organizzazione. In campo sanitario oggi, la richiesta primaria non riguarda tanto l’alta chirurgia, ma tutti gli altri interventi che ormai vengono fatti in day hospital o in day surgery. L’età media della popolazione, poi, è aumentata e nella progettazione di nuove strutture bisognerebbe saper fare sempre più far fronte a necessità di lungodegenza o riabilitazione che può essere cardiologica, motoria e pneumologia. Nel nuovo ospedale di Librino stiamo predisponendo una sezione destinata proprio alla riabilitazione”.
Qual è l’obiettivo dell’azienda ospedaliera per il 2011?
“Uno è stato raggiunto e mi riferisco all’avvio di un processo di razionalizzazione della spesa e di una migliore ed efficiente utilizzazione delle risorse umane. Bisogna seguire i propri uomini, saperli stimolare e nello stesso tempo ricompensare. Un manager deve fare una distribuzione equa delle risorse. Razionalizzare le risorse è necessario per poter procedere ad una giusta ricollocazione delle stesse in modo di sviluppare al massimo quanti più settori possibile. Nell’ambito di una visione aziendalistica, inoltre, stiamo provvedendo all’armadietto elettronico fruibile per tutti i laboratori che consente un maggior controllo della spesa e del personale e presto, per i cittadini sarà possibile prenotare una ambulanza on line, grazie al lavoro del personale interno che ha realizzato un software apposito”.



Curriculum
 
Armando Giacalone, catanese, (1/09/1940) inizia la sua carriera nel 1963 al Comune di Catania, dove ricopre diversi incarichi (segretario amministrativo, dirigente amministrativo, capo ripartizione) fino a divenirne segretario generale (1998).
Tra il 2007-2008 è direttore generale al Comune di Catania.
Dal 1991-1993 è stato amministratore straordinario all’ex USL 35 di Catania e nel 93 all’ex USL 32 di Adrano. Da febbraio 2010 ad oggi, è direttore generale dell’AOU “Policlinico-Vittorio Emanuele” di Catania, dove era già stato commissario straordinario nel 2009.

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