Sprechi. Il pozzo senza fondo delle società pubbliche.
Investimenti negati. I fondi destinati alla realizzazione delle infrastrutture nel capoluogo siciliano sono stati dirottati per pagare gli stipendi dei dipendenti delle controllate comunali.
Gli autisti. Nel capoluogo etneo in arrivo una valanga di posti di lavoro, mentre i mezzi per il servizio di trasporto urbano sono lasciati a marcire e cadono letteralmente a pezzi.
CATANIA – Quello delle partecipate “mangiasoldi” non è certo un problema recente in Sicilia eppure le novità più recenti su questo fronte ci inducono ad affrontare il problema per l’ennesima volta. L’Amat a Palermo e l’Amt a Catania rappresentano lo specchio di questo fenomeno: due società controllate dai Comuni, che dovrebbero fornire servizi ai cittadini e invece non fanno altro che drenare fondi dalle casse comunali, sottraendoli agli investimenti in infrastrutture.
Tutto il contrario di ciò che avviene nei capoluoghi del Settentrione. A Milano e Torino, per esempio, i sistemi di trasporto pubblico sembrano chimere visti da qui: efficienza, investimenti e bilanci in attivo costituiscono una normalità così differente rispetto a quanto accade nei nostri capoluoghi, soffocati da un traffico che non vede alcuna via di sbocco a causa di scelte scriteriate. (
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