Tramandare la cultura enogastronomica siciliana alle giovani generazioni? L’O.n.a.v., l’Organizzazione nazionale assaggiatori di vino, più che fare proclami, preferisce passare alla concretezza. L’esempio, che per importanza si colloca ai primi posti a livello nazionale, è la stretta collaborazione con l’Istituto professionale per l’agricoltura e l’ambiente “A. M. Mazzei” di Giarre, che ha sedi coordinate anche a Bronte e Randazzo.
Scriviamo di uno dei cuori pulsanti dell’Etna d.o.c. per eccellenza, di quella parte di vulcano dove l’economia è strettamente legata alla cultura, alla storia, al mito. È sulla mission didattica che puntano, infatti, i vertici dell’O.n.a.v. in Sicilia, con il segretario regionale Giuseppe Trovato e il delegato regionale Gregorio Calì, per illustrare l’attività dell’Organizzazione nata nel 1981 alla Camera di Commercio di Asti e che oggi vanta 20 mila iscritti in tutta Italia, di cui almeno 4 mila compongono la delegazione siciliana. Alle tre categorie professionali che la caratterizzano (gli aspiranti assaggiatori, gli assaggiatori diplomati che hanno frequentato i corsi di degustazione e i Maestri Assaggiatori), si aggiungono così le sinergie con gli Istituti professionali, perché il mondo dei sommelier, degli chef e del servizio nella ristorazione torni a rappresentare un’opportunità di crescita culturale oltre che occupazionale nell’enogastronomia italiana.
Anche nella provincia etnea l’O.n.a.v. non si è limitata a organizzare corsi di degustazioni, ma si è ben radicata nelle strutture scolastiche ed extrascolastiche, fornendo una completa formazione professionale a migliaia di studenti e a quegli imprenditori agricoli che vogliono specializzarsi nel settore enoico. Maestri e tecnici, una volta sul campo, sono capaci di incidere in maniera significativa sull’ammodernamento delle tecniche colturali della vite e sulle tecniche di vinificazione, maturazione e affinamento. Anche per questo sono decine le aziende agricole siciliane che formano i propri tecnici alla scuola dell’O.n.a.v.