Marco Termenana racconta la storia del figlio Giuseppe, suicida a 21 anni
Un pugno nello stomaco. è questa la sensazione che si trae dalla lettura di “Mio figlio. L’amore che non ho fatto in tempo a dirgli”, il bellissimo libro di Marco Termenana che racconta la storia di Giuseppe, il suo primogenito, suicidatosi a poco più di 21 anni.
L’autore racconta ma si interroga anche sul significato del libro. E le risposte non tardano ad arrivare: scrivere è necessario per aiutare “tanti altri spiriti in pena” ma significa soprattutto far tornare Giuseppe vivo e vegeto nella sua mente.
Un pugno nello stomaco, dicevamo. Ma assolutamente necessario perché sconvolge il proprio modo di “sentirsi” genitori e obbliga i lettori ad aprire una riflessione con noi stessi sull’identità di genere e sul tormento vissuto da un ragazzo (Giuseppe) che in realtà si sentiva una do… Per consultare tutto l’articolo abbonati cliccando sul link