Lo ha detto il ministro delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibile Giovannini. Con il collegamento stabile e interventi, riduzione dei tempi e soprattutto dei costi. L'insularità peserà meno
Tra le motivazioni che giustificano il Ponte illustrate nella relazione del gruppo di lavoro alle Commissioni riunite Ambiente e Trasporti della Camera sull’attraversamento stabile dello Stretto di Messina, ci sono in primo luogo “considerazioni socio-economiche legate anche agli andamenti negativi della popolazione, occupazione e Pil per l’area che sono decisamente superiori a quelli nel Centro-Nord e nello stesso Mezzogiorno”.
Ci sono poi motivazioni trasportistiche: “il tempo medio di attraversamento attuale dello stretto è paragonabile al tempo di viaggio che un’auto impiega, se si considera anche il pedaggio, per percorrere dai cento ai trecento chilometri” ha detto il ministro delle Infrastrutture e Mobilità sostenibili Enrico Giovannini durante l’audizione .
“La Sicilia è tra le isole più popolose al mondo che non posseggono un attraversamento stabile eppure ha un elevato potenziale di collegamento. Il collegamento stabile dello Stretto di Messina, congiuntamente agli interventi programmati dal Pnrr sulle reti di trasporto, in particolare sull’Av, permetterebbe di rendere confrontabili i tempi medi di viaggio sulla rete ferroviaria da e verso il Sud con quelli oggi offerti al Centro-Nord e ridurrebbe anche i costi di attraversamento”, ha detto il ministro.
Inoltre la presenza di un collegamento stabile “potrebbe modificare nel tempo le scelte localizzative e di approdo di taluni traffici, producendo anche un incremento di domanda”, ha aggiunto, precisando che comunque “le analisi condotte mostrano che gran parte del traffico marittimo merci non si fermerebbe comunque in Sicilia ma proseguirebbe verso gli scali del centro Nord”.