In molti casi arrivano pratiche incomplete o errate alla Regione che quindi non può liquidare le somme. Direttive ai centri per l’impiego per la verifica a monte della documentazione dei tirocinanti.
L’avviso 22 in Sicilia ancora in alto mare: molti dei 6 mila tirocinanti, che hanno svolto la propria attività tra il 2019 e il 2020, stanno ancora aspettando il dovuto, dopo diverse rassicurazioni, da parte dell’assessorato regionale al Lavoro.
Neanche dopo i chiarimenti del Servizio XII, il centro per l’impiego di Palermo, si è riusciti a sciogliere il bandolo della matassa. In una nota aveva dato delle indicazioni a tutti i centri per l’impiego della Sicilia riguardo ai controlli da effettuare sui tirocini in corso di svolgimento o già ultimati: “Nella considerazione che si sono palesate delle criticità nel pagamento delle indennità dei tirocinanti, appare opportuno emanare una disposizione che regolamenti i controlli che i Cpi devono effettuare sui tirocini in corso di svolgimento o che sono già stati ultimati – si legge – prima che vengano trasmesse le check-list ai Servizi III e IV del dipartimento Lavoro, affinchè questi ultimi possano effettuare i pagamenti tempestivamente”.
In poche parole si è voluto evidenziare che i controlli a monte nelle varie pratiche nei fatti non sono mai avvenuti e che quindi al dipartimento regionale finisce per arrivare documentazione difforme e non ricevibile.
Per il tirocinante occorre verificare, avvalendosi del portale Silav e del sistema informativo comunicazioni obbligatorie, che sia in possesso della ‘Dichiarazione di Immediata disponibilità’ (Did) e del patto di servizio.
Ancora, bisogna controllare che il tirocinante non abbia avuto un rapporto di lavoro, una collaborazione o un incarico con il medesimo soggetto ospitante negli ultimi due anni precedenti all’attivazione del tirocinio.
Per il soggetto ospitante bisogna verificare che sia in regola con la normativa sulla salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, che non abbia procedure di Cig straordinarie o in deroga in corso, per attività equivalenti a quelle del tirocinio, nella medesima unità operativa, salvo il caso in cui ci siano accordi con le organizzazioni sindacali che prevedono tale possibilità.
Ancora, non deve aver proceduto a licenziamenti, salvo i casi di licenziamenti per giusta causa o per giustificato motivo soggettivo, e fatti salvi specifici accordi sindacali, per attività equivalenti nella medesima unita operativa e nei 12 mesi precedenti.
I Cpi dovranno a loro volta anche verificare che lo stesso soggetto non sia promotore e soggetto ospitante allo stesso tempo in relazione ad uno stesso tirocinio. Inoltre, il soggetto ospitante non può realizzare più di un tirocinio con il medesimo tirocinante, tranne proroghe o rinnovi nel rispetto della durata massima del tirocinio di 6 mesi (12 mesi per i disabili).
Presso ciascuna unità operativa può essere attivato contemporaneamente un numero massimo di tirocini, in proporzione al numero di dipendenti: un tirocinio fino a cinque dipendenti, 2 se i dipendenti vanno da 6 a 20; sopra i 20 dipendenti si potrà calcolare una percentuale del 10%.
Saranno effettuate verifiche anche sul progetto formativo e le modalità di svolgimento del tirocinio, che devono corrispondere a quanto caricato sul sistema informatico Ciapi web sotto la denominazione “Pianificazione settimanale”.
Indicazioni che però non sono bastate per arrivare a dare una svolta ai pagamenti dovuti ai tirocinanti: “Nella storia infinita dei pagamenti dei tirocinanti dell’Avviso 22 – afferma Oreste Lauria, portavoce dei tirocinanti dell’avviso 22 – siamo giunti, senza ottenere risultati, al fatidico mese di agosto, mese nel quale, come se non fossero già biblici i tempi della Regione Sicilia, i dipendenti regionali si apprestano ad affrontare le ‘meritate ferie’, ergo per cui, le migliaia di tirocinanti ancora in attesa di ricevere compensi per i tirocini già ampiamente terminati, dovranno armarsi di ulteriore pazienza ed attendere, nell’ipotesi più rosea, il mese di settembre per avere notizie su nuove liste di pagamento.
Insomma non si riesce a cavare un ragno dal buco ed a farne le spese sono sempre i tirocinanti che ad oggi non conoscono minimamente le tempistiche di sviluppo delle pratiche di pagamento che li riguardano Siamo davvero stanchi ed esausti di questa situazione e pretendiamo di avere risposte concrete dalla Regione Siciliana. Vogliamo quello che ci spetta di diritto e vogliamo politiche attive del lavoro concrete e di sviluppo”.
Michele Giuliano