Iniziativa dell’assessore alle Politiche giovanili della Provincia regionale di Messina, Daniela Bruno. In una brochure le modalità per difendersi dalla pedopornografia e navigare sicuri
Messina – Presso il Salone degli Specchi della Provincia regionale di Messina si svolta la giornata conclusiva della prima fase del progetto “A Reti Spiegate” realizzato dall’assessore alle Politiche Giovanili, Daniela Bruno. I bambini e i giovani sono gli utilizzatori di internet più numerosi in termini percentuali, ma anche i più inconsapevoli.
Come è noto, il progetto, finalizzato a fornire ai giovani gli input necessari a difendersi dalle insidie e dai pericoli di internet, ha previsto una serie di giornate formative, svoltesi nell’arco di diversi mesi, nel corso delle quali dirigenti e funzionari della Polizia postale e delle comunicazioni, con grande professionalità, attraverso slides e filmati, hanno spiegato il cyberspazio e tutto quello che di dannoso si cela in questo vasto mondo virtuale.
Il fenomeno più preoccupante è la pedopornografia, recentemente divenuto un argomento di estrema attualità a causa della sconcertante diffusione di questo illecito attraverso la rete.
A conclusione della prima fase del progetto, è stata pubblicata una brochure, che rappresenta una guida contenente informazioni di base per navigare sicuri e che è stata distribuita ai numerosi giovani che vi hanno partecipato, in occasione, appunto, dell’ incontro appena svoltosi.
Da segnalare l’importante presenza di Laura Bononcini, dirigente di Youtube/Google, uno dei siti maggiormente visitati dagli utenti di internet, e dei rappresentanti della Polizia postale e delle comunicazioni, Marcello La Bella, vice questore aggiunto, Marco Cervellini, sostituto commissario e Mario Crisafulli, ispettore.
Cenni sulla pedopornografia. Si può affermare che Internet ha aperto nuovi scenari e usi impropri degli strumenti informatici. La possibilità di celarsi dietro l’anonimato, l’estrema facilità con cui è possibile comunicare con persone in qualsiasi luogo del mondo in tempo reale, la facilità di accesso alla Rete, la presenza di navigatori giovani all’interno dei servizi elettronici più usati, sono caratteristiche che rendono il web un luogo molto usato dai malintenzionati. L’adescamento di un bambino non è, purtroppo, l’unica attività on line praticata dai pedofili, ma la Rete é utilizzata da questi ultimi anche per ricercare materiale pedopornografico, incoraggiare e sostenere movimenti di aggregazione tra pedofili, per scambiarsi idee su come adescare le vittime e fornirsi reciproco supporto. Poiché non è fattibile controllare tutte le informazioni contenute in Internet, e non c’è un singolo luogo nel quale tutte le informazioni vengono immagazzinate o dal quale vengono diffuse, è facile per le persone malintenzionate introdurre materiale illegale nei diversi ambienti della Rete. Siti web, e mail/spam e programmi di file sharing sono i territori del web in cui ci si può imbattere più facilmente in materiale pedopornografico; il rischio legato alle chat riguarda, invece, gli argomenti non adeguati che si affrontano in determinate chat room e il pericolo di essere adescato da parte di utenti malintenzionati.
Contenuti web. La differenza tra file illegali e dannosi
MESSINA – Qual e’ la differenza tra contenuti illegali e dannosi?
Innanzitutto è necessario operare una prima distinzione teorica tra queste due tipologie di contenuti. Il contenuto si definisce illegale quando é contrario alle leggi di uno Stato: vi rientra, dunque, un ampio spettro di contenuti, tra cui quelli pedopornografici, quelli che invitano al turismo sessuale, a reati di tipo economico, informatico, di diffamazione, di violazione della privacy, della proprietà intellettuale, al gioco d’azzardo o che minacciano la sicurezza nazionale.
Per quanto riguarda i contenuti dannosi – come precisato dal Libro Verde della Commissione Europea sulla Protezione dei Bambini ed Adolescenti e della Dignità Umana del 1996 – ciò che di per sé è lecito, ma potenzialmente nocivo per alcune categorie di individui, come i giovani cybernauti, presuppone in genere un giudizio di disvalore sul piano etico-morale.