Il ministro Matteoli assicura i sindacati: nessuna vendita a “spezzatino” e salvaguardia dei livelli occupazionali. Istanza alla Commissione europea per differire i tempi di privatizzazione, prevista entro il 30 settembre
ROMA – Si è consumata la tanto attesa data del 6 settembre, giorno dell’incontro tra sindacati e governo sull’affare Tirrenia. La privatizzazione, che ormai quasi certamente non si concluderà entro il 30 settembre, data ultima concessa dall’Europa, prevede tempi molto più lunghi così da scongiurare lo spezzatino e anche una caduta degli standard occupazionali. “Ancora una volta – ha spiegato il ministro Altero Matteoli – ho ribadito l’impegno ad evitare nella procedura di vendita il cosiddetto spezzatino provvedendo ad alienare i complessi aziendali e non le singole rotte e a salvaguardare i livelli occupazionali. L’incontro si è svolto in un clima costruttivo che rappresenta un buon viatico per chiudere positivamente la difficile vertenza”.
Dichiarazioni amorevoli giungono anche dai sindacati che sembrano aver sotterrato l’ascia di guerra e quindi gli scioperi selvaggi previsti nei giorni dopo l’incontro. Secondo il segretario generale della Uiltrasporti, Giuseppe Caronia, “fortunatamente” sono state “accolte le richieste che erano la precondizione per continuare il confronto di merito sulla privatizzazione”.
Gli scenari futuri tuttavia non sono ancora così lineari, perché la strategia del governo dovrà andare a scontarsi con i limiti imposti dall’Europa e quindi con l’ormai imminente scadenza del 30 settembre, termine ultimo per la privatizzazione e anche per l’erogazione dei contributi statali. “Il governo provvederà a prorogare le concessioni in scadenza il prossimo 30 settembre – ha spiegato Matteoli – sottoponendo tale decisione ai competenti organi comunitari”. Tuttavia la risposta dell’Europa, già particolarmente avversa alle solite soluzioni all’ “italiana”, non è del tutto scontata e i sindacati infatti mettono subito le mani avanti. “Non accettiamo l’ipotesi che l’11 settembre il governo ci dica che, pur avendo provato con Bruxelles, non è riuscito a ottenere la proroga delle convenzioni”.
Intanto, per la gestione corrente il commissario straordinario di Tirrenia, Giancarlo D’Andrea, ha presentato istanza per ottenere i 140 milioni di euro per il 2010 previsti nel decreto legge 125 del 5 agosto. Parallelamente al processo straordinario di gestione e alle trattative che vedono coinvolti sindacato e governo continua l’estenuante corsa alla privatizzazione.
Secondo il verbale redatto a conclusione dell’incontro al ministero delle Infrastrutture con Altero Matteoli il commissario straordinario di Tirrenia e amministratore unico di Siremar, Giancarlo D’Andrea, predisporrà nei prossimi giorni un invito a manifestare interesse per l’acquisizione dei “complessi aziendali” del gruppo.
La Mediterranea Holding spa, la cordata guidata dalla Regione Siciliana, sembra ormai sul punto di mutare pelle per tentare l’ultimo assalto al gruppo, dopo aver assistito ad rimescolamento delle quote azionarie al suo interno. Da una parte l’uscita del secondo socio Alexandros Tomasos (30,5%) in compagnia di Nicola Coccia (3%), in cambio però di almeno un paio di fondi di private equity ed un serie di armatori tra cui la famiglia Franza di Messina, che però sul punto mantengono assoluto riserbo. Intanto Lombardo ha ribadito il suo concetto: la Regione non ha sottoscritto l’aumento di capitale all’ultima assemblea degli azionisti perché, come ha spiegato Lombardo “a noi basterebbe lo 0,1%”.