Cascio, l’acrobata non taglia la l.r. 44/65 - QdS

Cascio, l’acrobata non taglia la l.r. 44/65

Cascio, l’acrobata non taglia la l.r. 44/65

giovedì 12 Agosto 2010

Risparmi modesti, ma spreco di 98 milioni

Abbiamo stima per il presidente dell’Ars, Francesco Cascio, anche per i tentativi acrobatici del tutto rispettabili, volti a sforbiciare alcune spese dell’Assemblea da lui presieduta. Aver tolto solo 500 euro di indennità ai deputati regionali, contro i 1.000 di quelli nazionali, è un segnale delle resistenze che gli oppongono i nostri onorevoli. Con qualche altra sforbiciata, il bilancio preventivo 2010, che ammonta a ben 170 milioni, potrebbe essere ridotto di qualche milione, mentre quello del 2011 dovrebbe assestarsi a poco più di 165 milioni.
Anche se le buone intenzioni della Presidenza dell’Ars andassero a buon fine, rileviamo che rimarrebbe un’enorme differenza di costo fra l’Ars e quello del Consiglio regionale della Lombardia (attestato sui 72 milioni) di circa 98 milioni. Questo è il vero spreco che non potrà certo essere lenito da qualche milione in meno. La verità è che l’Assemblea regionale dovrebbe abolire la vergognosa l.r. 44/65 che equipara i compensi di deputati, dirigenti, dipendenti a quelli del Senato. Che c’entra questa comparazione?

Non c’è nessuna logica istituzionale, nessuna norma che possa spiegare all’opinione pubblica siciliana questo spreco di 98 milioni. Non c’è nessuna ragione secondo la quale un deputato regionale debba percepire a qualunque titolo ben 28 mila euro lordi al mese. Non c’è nessuna spiegazione, neanche professionale, secondo la quale i dipendenti dell’Ars debbano ottenere uno stipendio sette, otto volte superiore a quello di un dipendente statale o di un dipendente comunale.
Non è il supposto prestigio di un’istituzione che deve creare privilegi, ma l’effettiva professionalità che si estrinseca in effettiva prestazione. I deputati regionali non sono più bravi dei consiglieri lombardi, nè lavorano di più. I dirigenti e i dipendenti dell’Ars non sono più bravi dei loro colleghi lombardi. Nessuno capisce, per conseguenza, perchè essi debbano gravare sulle tasche dei siciliani con un importo superiore di ben, ripetiamo, 98 milioni l’anno.
Cascio, dunque, proponga alla Conferenza dei capigruppo la presentazione di un ddl con un articolo unico: “La legge 44/65 è abrogata. Gli emolumenti di deputati regionali, dirigenti e dipendenti dell’Ars sono ragguagliati a quelli del Consiglio regionale della Lombardia”.

 
Quando scriviamo queste cose, ci dicono che sono ininfluenti e che nessuno le ascolta. Non è così, il nostro sito è molto frequentato da visitatori del Nord e il QdS è letto mediamente, per ogni uscita (fonte Cercom) da circa 180 mila persone, alle quali la nostra informazione squarcia uno scenario di menzogne o di ignoranza facendo esplodere semplicemente la verità dei fatti, incontrovertibili perchè riscontrabili e basati su fonti certe.
Peraltro, il compito di un quotidiano non è quello di cambiare lo stato dei fatti, bensì di dare indicazioni e proporre soluzioni per fare crescere la qualità complessiva della Comunità, in modo che essa possa competere ad armi pari con le comunità delle Regioni più virtuose del Nord Italia e dell’Europa.
I siciliani non devono essere secondi a nessuno, ma non a parole. Con i comportamenti ed i fatti, senza dei quali utilizzeremmo la nostra bocca per fare uscire il fiato e la nostra testa per consumare shampoo o dividere le orecchie. Inaccettabile.

Il glorioso Parlamento siciliano, che si autodefinisce come il più antico del mondo, facendo riferimento all’epoca federiciana, deve primeggiare per qualità e non per privilegi di cui siamo stanchi e di cui molte fasce sociali, colpite dalla recessione, reclamano l’abolizione. Basta auto blu da 70 mila euro col lampeggiante spento sul tetto che sfreccia nelle corsie preferenziali. Un comportamento baronale e feudale che merita la ghigliottina morale.
Chi ha maggiori responsabilità, ha maggiori doveri, non maggiori privilegi. Anzi, nessun privilegio. Cascio metta all’ordine del giorno la restituzione di tutte le super autovetture ai fornitori, alla scadenza dei contratti,  e ne faccia uno di noleggio dando a chi serva una Panda blu o , eventualmente, consentendo di girare in taxi blu.
Questa decisione del Consiglio di Presidenza, che include i sei questori e due vice presidenti, darebbe un forte segnale non solo ai cassintegrati di Termini Imerese, ma alle decine di migliaia di disoccupati che non riescono a collocarsi, non perchè non ci sia lavoro, ma perchè non possiedono adeguate competenze.
Animo, amico Cascio! Aspettiamo un colpo d’ala.

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