Saluti da Mondello - QdS

Saluti da Mondello

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venerdì 20 Agosto 2021

Forse sarebbe meglio specificare saluti a Mondello. Una delle spiagge più famose del mondo chiusa dall’autorità sanitaria per liquami pericolosi.

Forse sarebbe meglio specificare saluti a Mondello. Una delle spiagge più famose del mondo chiusa dall’autorità sanitaria per liquami pericolosi.

Se non fosse tragico e assurdo potrebbe benissimo essere la trama di un Film di Ficarra&Picone con Angela Noncen’ècoviddi nel ruolo della protagonista femminile e Tony Sperandeo in quelle di Leoluca “Micostituisco!”.

Però la desertica zona pedonale era bellissima. Quasi 100 palermitani sotto il “pico” del sole l’avevano provata. Evidentemente le uniche chiusure che non riescono a Orlando e soci sono quelle in cui c’è di mezzo la sporcizia. Appena c’è un rifiuto, un liquame, uno scolo fognario, un percolato, un semplice succo di frutta il Comune si arrende come il WWF davanti ad un nido di tartarughe.

Noi non lottiamo contro lo sporco è il motto dell’amministrazione Dusty. “Lo sporco è nostro fratello”.

Siamo per l’accoglienza di ogni tipo di sporcizia. Si dice che sia stato proibito agli assessori lo shampoo per indurre somiglianza con il vertice.

La voce si è sparsa e dai comuni del circondario ci portano la Munnizza in città consapevoli dello jus merde che abbiamo approvato. 

L’essere sporchi a Palermo è stato elevato, grazie alla sensibilità del primo cittadino, a diritto costituzionale. 

Se non riusciamo ad essere Capitale Europea della Cultura tanto vale concorrere al titolo di Capitale mondiale della Fetenzia.

Questo è l’aggettivo più giusto per definire lo stato in cui è ridotta la Palermo Felicissima. 

Fetente. 

Sporca e lurida sul piano fisiopatologico e sociale. Una città in cui “fetono” i simboli più percepiti e conosciuti. 

Palermo è fetente dalla testa “insivata” ai piedi maleodoranti. 

Prima si poteva dire che l’amministrazione era distratta, poi indolente, a seguire pervicacemente senza guida e buonsenso. Ora siamo al ridicolo Fantozziano. 

È tutto questo alla vigilia dello sbarco di Selvaggia Lucarelli, manco fosse la Troika europea. 

Cosa dirà Selvaggia di una città il cui tratto distintivo è L’Eau du Schif? 

Si stupirà con gridolini divertiti per quelle performance di Street Art che sono i cumuli di Munnizza colorata o rimarrà atterrita come la protagonista del film gli Uccelli davanti ai gabbiani di Bellolampo?

Quello che dirà Selvaggia ci interessa relativamente. 

Quello che ci devasta è l’assuefazione alla selvaggitudine a cui costoro ci hanno portato. 

Gatto Silvestro

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