Migranti, i torturati e le violentate che arrivano a Lampedusa - QdS

Migranti, i torturati e le violentate che arrivano a Lampedusa

Migranti, i torturati e le violentate che arrivano a Lampedusa

mercoledì 25 Agosto 2021

Il boom di sbarchi e il racconto di Alida Serrachieri di Msf: giungono da Libia, Sudan, Africa sub sahariana e Tunisia. Le donne hanno subito abusi sessuali. I malati oncologici in cerca di cure

Mentre una certa politica italiana continua a puntare l’indice sul nuovo boom di sbarchi a Lampedusa, una fotografia umana – e, dunque, finalmente realistica – della situazione è venuta da Alida Serrachieri (nella foto), project medical referent di Medici senza frontiere a Lampedusa, che da settimane trascorre molte ore del giorno e della notte sul molo Favaloro ad accogliere migranti.

E che ha fornito particolari agghiaccianti sulle condizioni di salute di queste persone spacciate da alcuni leader politici di destra per persone in gita di piacere.

Vittime di torture e violenze

“La stragrande maggioranza – ha raccontato Alida Serrachieri – è vittima di torture e violenze e le donne hanno subito quasi tutte violenze sessuali. Arrivano dopo due o tre giorni di viaggio in mare, particolarmente provati. Sono di diverse nazionalità, sudanesi, dell’Africa sub sahariana e poi ovviamente della Tunisia. In maggioranza si tratta di uomini adulti e minori non accompagnati, ma ci sono anche donne e bambini”.

La visione che si cerca di dare del fenomeno è quella di un’invasione. In realtà nella stragrande maggioranza dei casi i migranti fuggono da violenze e torture, dunque, scappano da situazioni politiche ed economiche drammatiche, come quelle libica e tunisina, in cerca di un avvenire migliore, per loro e i loro figli.

La loro è la stessa disperazione che ha portato, a Kabul, ad attaccarsi al carrello degli aerei americani per poi precipitare.

E morire.

Non ci si può continuare a nascondere dietro slogan vuoti come “aiutiamoli a casa loro”.

Gli ammalati di cancro

Alida Serrachieri lavora per Medici senza frontiere dal 2017. La sua è la prima volta a Lampedusa, ma in passato ha fatto soccorsi anche in mare.

“Dalla mia prima esperienza nel 2016 – racconta – ci sono sempre e stesse storie di violenze e abusi, di inumanità, insomma”.

La fotografia umana del fenomeno migranti da lei fornita riserva un’altra sorpresa: a rischiare la vita nella traversata “ci sono anche malati oncologici che non si possono curare nei Paesi da cui scappano”.

Msf e l’assistenza a Lampedusa

In questi tre mesi a Lampedusa il team di Msf ha assistito circa diecimila migranti.

“Collaboriamo con il personale sanitario del ministero della salute e dell’ Asp – spiega Serracchieri – in banchina supportiamo lo sbarco con lo screening di ciascun migrante, sia per individuare patologie generiche ma anche tutti quei casi vulnerabili, come patologie mentali e vittime di tortura, che hanno bisogno di un percorso assistenziale ben preciso, che viene seguito con l’assistenza in banchina, poi nell’hotspot e infine nei centri di quarantena per vulnerabili di Agrigento”.

La speranza sostiene tutti

A chi le chiedeva quali sentimenti prevalessero quando si accolgono i migranti, l’esponente di Msf ha detto: “Nel momento del soccorso la sensazione che comunque prevale è quella della speranza, un senso di contentezza e poi nel corso del tempo si tramuta in tristezza perché ascoltandoli percepiamo le loro storie difficili, piene di dolori”.

I numeri degli sbarchi

Intanto c’è chi continua a sottolineare che ieri a Lampedusa ci sono stati ventidue sbarchi in meno di 24 ore, con oltre mille persone giunte sull’Isola e i consueti attacchi del capo della Lega Matteo Salvini a Luciana Lamorgese.

In realtà la Ministro dell’Interno ha fatto tutto ciò che non aveva fatto Salvini quando ricopriva la stessa carica e, dietro l’improbabile slogan dei “porti chiusi”, aveva semplicemente goduto di una situazione di relativa calma sulle sponde africane.

Lamorgese ha organizzato un efficiente servizio sulle navi-quarantena, sta cercando di gestire il difficile rapporto con l’Europa – dove i leader di Ungheria e Austria, Orban e Kurtz, sovranisti e legati a Putin come Salvini, rifiutano qualunque accordo per la suddivisione dei profughi negli stati membri – e soprattutto sta lavorando su canali internazionali.

“E’ attiva dall’inizio di questa settimana – ha fatto sapere ieri il Ministero – la linea di comunicazione diretta di allerta tra le autorità italiane e tunisine per lo scambio rapido di informazioni sulle imbarcazioni con a bordo migranti irregolari in partenza dalle coste del Paese nordafricano e sulle attività criminali connesse a questo fenomeno”.

Linea diretta con la Tunisia

La linea era stata richiesta dalla ministro Lamorgese in occasione delle sue missioni a Tunisi ed è ora attiva nell’intero arco delle 24 ore, con l’indicazione dei target alle competenti autorità tunisine.

E la Marina militare del Paese nordafricano solo ieri ha bloccato 11 tentativi di migrazione irregolare, fermando in tutto 159 profughi.

Altre imbarcazioni, però, sono riuscite a lasciare le coste tunisine: 13, con un totale di 272 migranti, hanno attraversato il Canale di Sicilia dalla mezzanotte all’alba. In giornata, altri arrivi: in tutto ventidue. Un record.

Dopo un primo triage sanitario direttamente su molo Favarolo, i profughi sono stati portati all’hotspot di contrada Imbriacola dove gli ospiti sono stamattina 988 a fronte di 250 posti disponibili.

In mattinata saranno trasferiti, con il traghetto di linea Sansovino che giungerà in serata a Porto Empedocle (Agrigento), settanta minorenni non accompagnati e quaranta maggiorenni.

Sempre in mattinata, centosessanta migranti – molti dei quali positivi al Covid-19 – verranno trasferiti su una nave quarantena.

Sul traghetto Cossydra di ieri sera sono stati imbarcati 78 migranti, anziché i preventivati 80 perché due sono risultati positivi al coronavirus.

Stamattina nuovi arrivi

E mentre continua il trasferimento sulla terraferma o le navi quarantena, stamattina sono stati registrati ancora 39 nuovi arrivi.

Dodici tunisini, tra cui tre minorenni, sono stati intercettati dai Carabinieri, su segnalazione di alcuni cittadini, lungo la strada attigua alla spiaggia di Cala Francese.

Sul molo Favarolo, sono giunti 25 migranti, fra cui tre minorenni, intercettati su un barchino in vetroresina a otto miglia dalla costa da una motovedetta della Capitaneria.

Nella tarda serata di ieri c’era stata invece una evacuazione medica dal veliero Nadir che si trova nelle acque antistanti a Lampedusa.

Due tunisini sostenevano di stare male, motivo per il quale sono stati portati al Poliambulatorio dove i medici, dopo le visite, non hanno riscontrato problemi sanitari e dunque anche i due sono stati portati al centro di primissima accoglienza.

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