L’intenzione è richiedere al Governo regionale una legge che ponga fine alle speculazioni. Il Consiglio provinciale contrario. Il presidente Poma: “Istituire un tavolo ad hoc”
TRAPANI – Riserva dello Stagnone, Isola Lunga, Capo Feto e la costa di Castelvetrano e Selinunte. Finalmente escono allo scoperto le carte ed emerge che le più belle località costiere della provincia, e non solo, sono state individuate per la ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi nel mare. Il Consiglio provinciale è riuscito a venirne a capo ed a diramare pubblicamente la manovra anche se ancora non è chiaro se le concessioni sono già state date o meno. Intanto l’assise ha voluto dare il suo compatto segnale istituzionale dicendo “no” dopo le tante esternazioni preoccupate anche di parlamentari e senatori del collegio.
Dall’esame della documentazione acquisita dall’assise è emerso che la “San Leon Energy” avrebbe già tre permessi di ricerca. Con il primo intende avviare le ricerche in un’area che è a poche centinaia di metri dalla Riserva dello Stagnone e nel tratto di mare poco al largo dell’Isola Lunga; il secondo permesso riguarda Capo Feto nel Comune di Mazara del Vallo, mentre la terza concessione fa riferimento a Castelvetrano, Selinunte e Sciacca.
Il presidente del consiglio provinciale Peppe Poma, a nome di tutta l’assemblea, ha indicato alcuni punti essenziali della determinata battaglia che sarà portata avanti per giungere alla revoca dei permessi di ricerca petrolifera nei mari antistanti i Comuni di Favignana, Marsala e Trapani, ma anche di Mazara del Vallo e di Castelvetrano-Selinunte.
“Poiché la problematica interessa praticamente tutti i mari della nostra Sicilia – ha detto Poma – chiederò, utilizzando anche la mia presenza in tale organismo quale presidente del Consiglio provinciale, l’istituzione di un tavolo ad hoc che predisponga e raccolga ogni utile documentazione da fare pervenire ai Governi regionale e nazionale. Nel contempo – ha aggiunto – verificheremo lo stato dell’arte del “Piano Territoriale Provinciale” che ci dobbiamo impegnare a far giungere al più presto in aula”.
Il presidente Poma, inoltre, ha ribadito con forza il concetto sulla indispensabile priorità da dare, in ogni caso, alla richiesta al Governo nazionale per il varo, quanto più celermente possibile, di un’apposita legge che ponga fine a questi scempi, non consentendo più l’invasiva ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi nei mari, soprattutto in quei tratti come quello delle isole Egadi dove insistono aree protette e riserve.
Nota al ministero. Opposizione a ogni forma di intervento
TRAPANI – A dire il vero già il Consiglio provinciale ha approvato un atto d’indirizzo lo scorso 6 maggio con il quale si invitava il governo nazionale a tenere lontane le trivelle dal mare trapanese. L’assessore Baldassare Lauria ha affermato che la Provincia ha inviato una nota al ministero dell’Ambiente di netta opposizione ad ogni forma d’intervento per la produzione di petrolio. La “San Leon Energy” nella sua prima richiesta di ricerca fa riferimento al “Giacimento Narciso”, che già l’Eni negli anni Ottanta ha dichiarato anti-economico. Il presidente Poma si è soffermato su un’altra vicenda significativa: “Non mi hanno convinto mai fino in fondo le affermazioni dell’avvocato Luigi Pelaggi, direttore dell’Area Marina Protetta delle Isole Egadi, e componente della segreteria tecnica del ministero dell’Ambiente. Da un lato ha detto di essere contrario alle trivellazioni all’interno delle aree protette, ma dall’altro ha parlato di concessione di proroga soltanto per le operazioni di ricerca”.