Quando scriviamo questo commento, non sappiamo se il commissario dello Stato, Michele Lepri Gallerano, impugnerà la legge testè approvata, almeno per quelle parti che riguardano le assunzioni, contro legge, improvvide e inopportune perché destinano a persone che non hanno superato il concorso pubblico risorse che dovrebbero essere invece utilizzate per investimenti in attività produttive e infrastrutture.
Ribadiamo per l’ennesima volta che tutti i cosiddetti precari pubblici sono privilegiati e raccomandati, perché non hanno superato alcuno sbarramento di qualificazione che dimostrasse le loro competenze e idoneità ai posti pubblici che dovevano ricoprire. L’unico loro requisito è stata la raccomandazione di questo o quell’uomo politico per andare a occupare un posto e incassare un compenso qualsivoglia, indipendentemente dal merito o, peggio, dall’utilità di quel lavoro per i siciliani.
La disfunzione della pubblica amministrazione regionale, di quella degli enti locali e degli enti non territoriali ha comportato un aumento dell’Irap siciliana.
Non abbiamo ancora avuto la possibilità di leggere nel suo complesso la norma approvata, ma dalle notizie che ci sono pervenute dall’Assemblea regionale siciliana, possiamo evidenziare alcune luci ed ombre.
La famigerata Tabella H ha cambiato nome ed è diventata Allegato I, ma il clientelismo è rimasto inalterato. Intendiamoci, alcuni contributi sono utili alla collettività, ma in genere non viene distinta la loro finalità fra sostegno ai servizi sociali e finanziamento agli apparati.
Vi sono diverse luci che vogliamo sottolineare. La prima riguarda l’imposta (chiamata ristoro) dell’1 per cento dei ricavi degli ultimi cinque anni a carico degli stabilimenti che producono inquinamento.
Il credito d’imposta ai datori di lavoro che assumono a tempo indeterminato è utile, a condizione che la procedura telematica sia attivata subito e non fra un anno. Ricordiamo che il decreto dell’assessore al Lavoro relativo alle assunzioni previste dalla legge 9/09 ancora non è stato pubblicato perché l’assessorato competente non ha attivato la procedura telematica: un ritardo colpevole non ancora sanato.
Il tetto di 250 mila euro per i pensionati regionali va bene, ma non influenza le pensioni di chi sta al di sotto, che sono ben maggiori dei dipendenti statali. La riduzione delle partecipate da 27 a 11 è un altro elemento di razionalizzazione, a condizione che avvenga in tempi brevi e che le società che restano in vita siano affidate a veri manager con credenziali internazionali di prim’ordine, in modo che attuino piani industriali efficaci e redditizi.
Anche la riforma degli Ato idrici può essere iscritta agli aspetti positivi, a condizione che i nuovi soggetti che ne prenderanno il posto siano strutturati sulla base di criteri di merito e di efficienza.