E' sempre più vicino il referendum per l’istituzione del nuovo Comune di Montemare. Una consultazione il cui esito potrebbe stravolgere gli scenari cittadini e l’idea stessa di decentramento
MESSINA – Una consultazione elettorale a cui non ci si potrà più sottrarre dopo le sollecitazioni venute da Palermo. Il referendum per l’istituzione del nuovo Comune Montemare, fissato per dicembre e poi rinviato, si dovrà tenere se non si vuole che dalla Regione arrivi un commissario straordinario per occuparsene. Si dovrà adesso fissare una data che potrebbe coincidere con quella delle amministrative di ottobre.
Si valuteranno due quorum distinti, quello dei residenti nel territorio del futuro comune e quello del resto della città. Il referendum sarà valido se voterà la metà più uno degli aventi diritto in almeno uno dei due ambiti. “Dopo l’ultima nota di sollecito inoltrata a Comune e Regione il 23 luglio e il silenzio tombale da parte del sindaco sulla questione – hanno affermato i rappresentanti del Comitato – finalmente la Regione ha deciso di intervenire per porre fine a questa lunga vicenda”.
Vicenda che ha preso il via nel 2010, quando la soppressione dei quartieri XII e XIII ha portato, secondo i promotori, al peggioramento della qualità della vita dei residenti. Delusi da tutte le Amministrazioni che si sono succedute e non hanno fatto nulla per un territorio con potenzialità enormi, ma che non vede investimenti da oltre 25 anni, sono partiti tra mille perplessità di chi vedeva questa ipotesi solo come fantascienza e la contrarietà della politica locale e dell’opinione pubblica. Adesso, a supportare il loro progetto, presentato a Palazzo Zanca nel 2012, c’è la legge regionale 30 del 2000. Con la sinergia tra diverse professionalità è stato redatto un documento che evidenzia i fattori storico-culturali insieme a quelli tecnici ed economici dei vari villaggi. Il percorso ha subito un rallentamento e nel 2013 anche il parere contrario del Consiglio comunale, ma alla fine le carte sono arrivate all’assessorato regionale Enti locali. Dopo un nuovo blocco l’iter è dovuto ripartire da zero, ma alla fine si è concluso con il via libera della Regione lo scorso anno al referendum.
Cosa lamentano gli abitanti (sono circa 8.700) del territorio dell’estrema zona Nord che chiede il distacco da Messina? Un diffuso degrado, la mancanza di strutture, di impianti sportivi e aree pubbliche per lo svago. Le strade spesso non ricevono la giusta manutenzione con il rischio dell’isolamento. Poi c’è la mancanza di un vero presidio sanitario e di primo soccorso e per il futuro, sostengono, nessuna progettualità. Problemi che lamentano anche gli abitanti dell’estrema zona Sud di Messina, che potrebbero, incoraggiati dalla possibile nascita di Montemare, dare un nuovo impulso al loro progetto “separatista”.
L’aspirazione all’autogestione è figlia del fallimento delle politiche per il decentramento. Il tema sembra suscitare poco interesse e si ricorda anche come all’atto della discussione sul Bilancio di previsione, siano stati respinti gli emendamenti proposti in Aula che assegnavano più risorse alle Municipalità. Partiti e deputazione sul referendum non si esprimono ancora, ma è impossibile ignorare le istanze del territorio.
“Da decenni – ha detto Alessandro Cacciotto (Fratelli d’Italia), consigliere della III Municipalità – si parla in città di decentramento amministrativo senza che alle parole siano seguiti fatti concreti, ed è del tutto evidente, al contrario, un accentramento amministrativo che taglia fuori le Municipalità. Sbagliato sottovalutare come vi siano ‘porzioni di territorio’ che rivendicano attenzione. Essa deve essere garantita dando concretamente alle Circoscrizioni o Municipalità i famosi ‘pieni poteri’, soprattutto in termini di risorse oltre che di servizi e uffici. Invece, ancora oggi, nonostante sia stato partorito un nuovo regolamento nulla è cambiato”.
“Non sappiamo cosa accadrà col referendum Montemare – ha concluso Cacciotto – sappiamo però che non basta ‘un balcone sui laghi’ a rivoluzionare un territorio. L’auspicio è che maturi la consapevolezza di riorganizzare tutta la macchina amministrativa e burocratica per dare il valore che meritano a organi istituzionali, le Municipalità, che cercano si dare soluzioni ai problemi e voce ai cittadini”.