Fa parte della giunta guidata dal leghista Spirlì ed è accusato di associazione per delinquere mafiosa. Commercialista e capo dell'Udc calabrese, è stato anche presidente del Consiglio regionale
Otto anni di reclusione sono stati chiesti per Francesco Talarico, assessore regionale della Calabria al Bilancio e alle Politiche del personale della Giunta guidata dal leghista Spirlì.
La richiesta per Talarico, che è stato presidente del Consiglio regionale e nelle ultime elezioni è stato rieletto con 8.473 preferenze, è stata formulata ieri a tarda sera dai pm della Dda di Catanzaro Paolo Sirleo e Veronica Calcagno nel processo con rito abbreviato denominato “Basso profilo”, in corso nell’aula bunker di Lamezia Terme.
Il processo è incentrato sui presunti rapporti tra alcune cosche del crotonese con imprenditori ed esponenti della pubblica amministrazione.
Talarico, imputato di associazione per delinquere aggravata dal metodo mafioso e di scambio elettorale politico-mafioso, ha 55 anni, è nato a Nicastro, ora Lamezia Terme, è dottore commercialista, sposato e con due figli. Dal 1997 guida il suo partito nel Catanzarese: prima da segretario del Ccd e in seguito dell’Udc, di cui è stato tra i fondatori. Al congresso del 2005, Talarico è stato eletto Segretario regionale dell’Udc-Calabria e, riconfermato nel 2008.
Nello stesso processo, sei anni sono stati chiesti per il notaio di Catanzaro Rocco Guglielmo, accusato di falso ideologico.
Gli altri imputati per i quali sono state formulate richiesta di condanna sono Tommaso Rosa, accusato di essere stato il riferimento operativo della ‘ndrangheta di Roccabernarda, legato al capo del “locale” Antonio Santo Bagnato, per il quale sono stati chiesti 20 anni; Rodolfo La Bernarda, accusato di traffico di influenze illecite aggravato dal metodo mafioso, e di corruzione (8 anni ed 8 mesi); Carmine Falcone, accusato di associazione mafiosa quale organizzatore dell’articolazione mafiosa denominata “locale di San Leonardo di Cutro” (16 anni) e Antonino Pirrello, titolare della società Puliservice, accusato di essere stato il promotore di un’associazione per delinquere semplice aggravata dal metodo mafioso (6 anni).
L’assoluzione è stata invece chiesta per Luciano Basile, amministratore delegato della Sicurtransport spa, società di vigilanza privata con sede in Sicilia, che era accusato di traffico di influenze illecite.