Scontro tra i big a Kabul, "vincente" l'ala più combattiva, a scapito di quella più aperta alla diplomazia. E gli Usa temono la riorganizzazione di Al-Qaida. La nazionale femminile fugge in Pakistan
Tensioni tra talebani, con liti sulla formazione del nuovo governo.
La Bbc riferisce che nel palazzo presidenziale di Kabul è andato in scena lo scontro tra il mullah Abdul Ghani Baradar, vice primo ministro, e Khalil ur-Rahman Haqqani, ministro per i rifugiati.
Alla tensione tra le due figure di spicco si è aggiunto lo scontro tra i sostenitori delle due fazioni.
La Bbc sottolinea che da alcuni giorni Abdul Ghani Baradar non compare sulla scena e spiega la scarsa visibilità con una lite con il ministro Haqqani: per il mullah il governo rappresenterebbe l’ala più combattiva, a scapito di quella più aperta alla diplomazia.
Lo scontro, come hanno confermato due fonti, sarebbe avvenuto la scorsa settimana e sarebbe stato innescato dall’insoddisfazione manifestata da Baradar per la composizione dell’esecutivo.
Il vice primo ministro, che ha firmato l’accordo di Doha alla base del ritiro americano, ritiene necessario premiare figure che hanno mostrato capacità di negoziare e hanno un approccio diplomatico.
Dall’altra parte, invece, si rivendica il peso di chi ha combattuto armi in mano.
A completare il quadro, divisioni e veleni anche tra gruppi diversi che rivendicano il ruolo principale nella conquista del controllo del Paese.
Intanto l’America lancia l’allarme Al-Qaida, che potrebbe riorganizzarsi in Afghanistan in soli 12-24 mesi e porre una significativa minaccia agli Usa: lo ha detto il generale Scott Berrier, che guida l’intelligence della difesa
Usa, intervenendo al summit Intelligence & National Security.
Riguardo alla medesima eventualità, David Cohen, vice direttore della Cia, ha detto “stiamo già cominciando a vedere alcune indicazioni di potenziali movimenti di Al-Qaida in Afghanistan”.
Intanto la Nazionale femminile di calcio dell’Afghanistan chiede rifugio
in Pakistan. Le giocatrici, accompagnate dalle famiglie, in
tutto 115 persone, sono giunte ieri al confine, e sono state
accolte.