In un "finto tribunale" la giornalista Barbara Palombelli parla delle "ragioni" di chi uccide barbaramente le donne. Le sue parole sono ritenute gravissime da molti.
Con Alessandra Zorzin – 21enne mamma di una bambina di 2 anni – le vittime di femminicidio degli ultimi giorni in Italia salgono a 7, ben 83 dall’inizio del 2021. La giornalista e conduttrice Barbara Palombelli affronta così la questione durata la puntata di Forum andata in onda ieri su Rete 4: “Negli ultimi sette giorni ci sono state sette donne uccise presumibilmente da sette uomini. A volte però è lecito anche domandarsi: questi uomini erano completamente fuori di testa, completamente obnubilati, oppure c’è stato anche un comportamento esasperante e aggressivo anche dall’altra parte? È una domanda che dobbiamo farci per forza, soprattutto in questa sede, in tribunale bisogna esaminare tutte le ipotesi”.
La “giustizia” sessista dei tribunali
Affermazioni, quelle di Palombelli, che hanno suscitato polemica e indignazione sui social e non solo. Soprattutto perché partono dalla considerazione che gli uomini che uccidono le donne debbano essere “completamente fuori di testa” – tesi peraltro spesso sostenuta da molti imputati nelle aule di tribunale con l’obiettivo di ridurre la propria pena – e che un omicidio possa essere giustificato dalla “rabbia” e/o dall’aver ricevuto un torto o un “comportamento esasperante”.
Il sessismo esiste non solo negli imputati di simili reati gravissimi, ma in molte sentenze. Tanto che la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha accolto diversi ricorsi presentanti dalle vittime, spiegando come procedimenti e sanzioni penali svolgano un ruolo cruciale nella risposta istituzionale alla violenza di genere e nella lotta a questo tipo di disuguaglianza Risposta che talvolta tarda ad arrivare o arriva in maniera errata.
Uno studio del Ministero della Giustizia fa emergere come nel 70% dei procedimenti penali a seguito di femminicidio vengano concesse attenuanti. Sette assassini su 10, dunque, sarebbero “parzialmente giustificati”. A tal proposito si ricorda la condanna di Pietro Morreale, di 19 anni, per avere ucciso la fidanzatina 17enne Roberta Siragusa a Caccamo. Sarebbe stato mosso “da una fortissima gelosia”, secondo la sentenza dei giudici. E la giornalista accosta, ancora una volta, questi contenuti a un’aula di tribunale, seppur “finto”, attraverso un canale ad ampissima diffusione (la tv).
LE POLEMICHE SUI SOCIAL
Quello di Barbara Palombelli è un ragionamento frutto da uno schema cognitivo non troppo dissimile da quello di chi sostiene che le vittime di violenza sessuale “se la siano cercata” per aver indossato magari una “gonna troppo corta”. A condannare le parole della giornalista anche la collega Selvaggia Lucarelli che ha pensato sia stato “perfino meglio il monologo di Sanremo”, Anna Rita Leonardi del Pd, Amnesty International, l’associazione “Non una di meno” che twittato: “Siamo il grido altissimo e feroce di tutte quelle donne che non hanno voce: #Palombelli VERGOGNATI!”.
È intervenuta nel merito anche Laura Boldrini: “No, non è lecito chiedersi se una donna abbia meritato di morire per mano di un uomo – ha scritto -. La causa dei femminicidi è una sola: l’idea di possesso verso le donne che spinge gli uomini alla violenza. Punto e basta. Gravissime le parole di #Palombelli pronunciate per giunta in tv”.
“La #Palombelli ha già detto che se provochi un mafioso non pagandogli il pizzo è normale che ti dia fuoco al negozio?”, ha scritto Marco Noel.
Questo non è bastato nemmeno a innescare in Palombelli il desiderio di voler “chiarire” le frasi quantomeno infelici.