L'autopsia potrebbe fornire nuovi elementi per chiarire la dinamica dell'omicidio. La donna aveva raccontato di un episodio in cui avrebbe dormito per molte ore dopo un pasto consumato con le figlie.
Dopo la svolta nelle indagini sulla scomparsa di Laura Ziliani, che ha portato all’arresto di due delle sue figlie – Silvia e Paola Zani, di 27 e 19 anni – e del genero, arrivano nuove ipotesi sulle modalità dell’omicidio.
La vigilessa di Temù, nel Bresciano, è scomparsa l’8 marzo ed è ritrovata morta tra la vegetazione nel paese dell’Alta Vallecamonica l’8 agosto.
Secondo gli inquirenti sarebbe stata stordita dai farmaci, ma non uccisa dal composto di benzodiazepine trovato nel suo corpo.
LE MODALITÀ DELL’OMICIDIO
Chi indaga è convinto che l’ex vigilessa bresciana sia stata soffocata con un cuscino mentre dormiva sotto effetto di ansiolitici “potenzialmente idonei a compromettere le capacità di difesa”. Ora bisogna vedere quali elementi sul cadavere, a distanza di 140 giorni dal decesso, possono ancora essere trovati a sostegno della tesi del soffocamento non violento.
Sono fissati per martedì gli interrogatori di garanzia di Mirto Milani, Silvia e Paola Zani, arrestati venerdì scorso con l’accusa di avere ucciso la donna. I tre compariranno davanti al gip Alessandra Sabatucci, che ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare su richiesta del pm Caty Bressanelli. Al momento le ragazze sono al carcere bresciano di Verziano, mentre Mirto si trova nell’altro carcere di Brescia, Canton Mombello.
Il movente del delitto sarebbe di tipo economico. I tre giovani avrebbero voluto sostituirsi a Zilani nell’amministrazione del suo patrimonio.