Noto, il Museo archeologico apre le sue porte ai visitatori - QdS

Noto, il Museo archeologico apre le sue porte ai visitatori

Noto, il Museo archeologico apre le sue porte ai visitatori

sabato 09 Ottobre 2021

La riapertura dopo 35 anni di chiusura: dieci sale espositive su due piani senza barriere architettoniche. Il sindaco Bonfanti: “Non è stato facile, c’è voluto un approccio delicatissimo”

NOTO (SR) – Dopo una chiusura protrattasi per ben 35 anni è stato riaperto al pubblico il Museo Civico Archeologico di Noto. Si tratta di dieci sale espositive, disposte su due piani senza barriere architettoniche, allocate nei bassi del Complesso Monumentale del Santissimo Salvatore – Ex Monastero delle Benedettine, in corso Vittorio Emanuele. Le sale ospitano centinaia di reperti che vanno dall’Età Preistorica a quella Medioevale.

Alla cerimonia di inaugurazione hanno preso parte il primo cittadino, Corrado Bonfanti, il soprintendente ai Beni Culturali di Siracusa, Salvatore Martinez, il direttore del Parco Archeologico di Siracusa, Eloro, Villa del Tellaro e Akrai, Carlo Staffile. Il Museo è diretto dall’archeologo netino Paolo Marini, egittologo, curatore e coordinatore delle mostre itineranti del Museo Egizio di Torino. L’allestimento del Museo è stato curato da un’altra archeologa netina, Laura Falesi.

“Dopo tanta fatica e il coinvolgimento di tante persone e tanti Enti – ha dichiarato il sindaco Bonfanti – riapriamo un Museo che è espressione ritrovata delle nostre radici. Un Museo che aveva cominciato le sue attività nel 1965, per poi chiudere i battenti definitivamente nel 1986. Sono passati 35 anni, dunque”.

“Ho la necessità ed il desiderio di ringraziare tutte le persone che si sono impegnate in questo lungo lavoro collettivo: Sovrintendenza, Parco Archeologico, professionisti e tante altre strutture intermedie che hanno reso meno difficile il percorso, oltre alle maestranze e alle Ditte che hanno appaltato lavori e servizi – ha proseguito – . Non è stato facile, sia chiaro, perché c’è voluto un approccio delicatissimo ad una storia di millenni che solo figure competenti ci hanno permesso di ricostruire, con innesti legati anche alla nuova tecnologia che renderanno più avvincente la visita al Museo. E mi ritengo anche fortunato: se le elezioni amministrative non fossero state rinviate, non sarei arrivato ad inaugurare questa nostra creatura, il nostro Mucian”.

“Un pensiero doveroso – ha concluso il primo cittadino – deve essere poi rivolto a Gioacchino Santocono Russo, studioso di archeologia e artefice del primo Museo Civico Archeologico di Noto inaugurato nel 1965. Di Paolo Orsi, Luigi Bernabò Brea e Giuseppe Voza, non finiremo mai di esserne riconoscenti per averci restituito le nostre radici”.

“Avete fatto un bellissimo lavoro – ha commentato il sovrintendente di Siracusa Martinez – all’interno di questo grandissimo contenitore, grazie anche alla sinergia dei vari Enti coinvolti. Noi dobbiamo condividere spazi, per condividere il nostro patrimonio artistico ed archeologico che spesso finisce in capannoni nascosti e difficili da visitare”.

La città di Noto ritrova pertanto le sue origini, tra manufatti e oggetti risalenti a decine di campagne di scavi realizzate tra Monte Finocchitto e la Necropoli di Castelluccio, con l’epigrafe del Gymnasium recuperata a Noto Antica e i resti del santuario di Demetra e Kore dell’antica Eloro, la colonia Greca sul mare. Chi visita il Museo intraprende un viaggio tra le origini di Noto, arricchito dalle ricostruzioni al computer e, al momento, anche da un cratere prestato dal Museo Archeologico Regionale di Siracusa Paolo Orsi.

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