Ritardi nei pagamenti, l’assessore Scavone e il dirigente Sciacca danno la colpa al sistema. Non ci stanno i fruitori: “Chi doveva vigilare sulle pratiche e dare gli input?”
Ancora polemiche sull’Avviso 22, che avrebbe dovuto fornire in Sicilia un sostegno ai tirocinanti alla ricerca di uno sbocco nel mondo del lavoro.
Ancora nulla di fatto, invece, per quanto riguarda i pagamenti a buona parte dei giovani e delle giovani coinvolti nel progetto, e la stanchezza e la disillusione ormai sono arrivati al culmine.
Il malumore che diventa sempre più rabbia è evidente nelle parole di Oreste Lauria, portavoce dei tirocinanti. “Nelle ultime dichiarazioni rilasciate, l’assessore al Lavoro Antonio Scavone interviene sui mancati pagamenti dei tirocinanti dell’Avviso 22, dichiarando candidamente che la colpa di questo assurdo ritardo nei pagamenti sia da imputare al sistema farraginoso, agli enti promotori che hanno reclutato i tirocinanti, alla mancante documentazione prodotta per il tirocinante, e al Covid, per cui le colpe non sono da addossare alla regione siciliana”.
É chiaro, invece, secondo Lauria, che ci si trovi di fronte all’ennesimo scaricabarile da parte dell’assessorato, “che avrebbe dovuto controllare a priori le pratiche del tirocinio ed indicare con precisione i passaggi per tempo sia sulla sospensione covid e sia sulla riattivazione dello stesso tirocinio”.
Allo stato attuale sono state pagate, in oltre un anno e mezzo, 1.324 pratiche di rimborso, mentre ancora 1.400 rimangono in attesa. Una condizione insostenibile, per l’impegno profuso e le speranze tradite di tanti giovani che si sono fidati delle promesse fatte e che non sono state mantenute: “Vogliamo che intervenga il parlamento regionale – ha detto ancora Lauria – per tutelare i nostri diritti di lavoratori e vogliamo una netta presa di posizione del Governo regionale. Non è possibile lavorare ed aspettare invano di essere pagati, non vogliamo scuse o alibi, ma soluzioni definitive, i tirocinanti vogliono ciò che gli spetta di diritto”.
Dal lato degli uffici regionali, il dirigente generale, capo del dipartimento al lavoro, Gaetano Sciacca ha dichiarato che non può processare o esitare delle pratiche che non risulterebbero idonee con la documentazione, perché incapperebbero in un’azione legale da parte della comunità europea.
Una spiegazione che agita ulteriormente gli animi: “Se molti di questi tirocinanti – conclude Lauria – non verranno pagati per delle anomalie riscontrate, sono pronti a fare un’azione legale per accertare le eventuali responsabilità sia della Regione Siciliana sia di chi ha, nello specifico, commesso errori nella fase istruttoria delle pratiche”.
Pochi mesi fa, sembrava che ci fosse stato un passo avanti, dopo la pubblicazione di una circolare, a firma di Gaetano Sciacca, con cui si richiamava la necessità di maggiore trasparenza nella gestione delle pratiche: “Nella considerazione che è diritto dei tirocinanti di conoscere le motivazioni per le quali non si è ancora proceduto al pagamento delle relative indennità, si dispone che in presenza di anomalie, che non consentono il pagamento delle Ddr, domanda di pagamento intermedio di rimborso, occorrerà trasmettere all’agenzia, e per conoscenza ai tirocinanti, nota di segnalazione delle anomalie”.
Ma nulla di ciò ha fattivamente risolto i problemi riscontrati ormai da tempo, a conferma del fatto che il settore della formazione si riduce ad apparato burocratico perdendo di vista i grandi obiettivi che sono quelli dell’inserimento nel mercato del lavoro nel rispetto della persona e delle sue competenze, dell’impegno profuso e del tempo speso.
Michele Giuliano