Nel 2019 in Sicilia oltre 3 milioni di pernottamenti sono stati realizzati da questo comparto, ma solo il 10% dei posti letto è stato occupato. Ne abbiamo parlato con Marco Celani, presidente Aigab
Il turismo in Sicilia riparte dall’extralberghiero. Ma, se valorizzato, il comparto potrebbe quintuplicare (almeno) il suo valore.
Secondo quanto è stato esposto durante La Borsa del turismo extralberghiero di Capo D’Orlando tenutasi lo scorso mese di ottobre (dati Otie e Confesercenti Sicilia), nel 2019 in Sicilia il 22% dei pernottamenti totali sono stati realizzati da questo comparto. Esattamente 3.260.151 dei circa 15 milioni circa di pernottamenti dell’anno pre covid (+3% rispetto al 2018). Ma quello che salta all’occhio è che solo il 10% dei letti dell’extralberghiero sono stati occupati (contro il 46% delle Canarie e il 49% di Malta).
Facile dire che se la Sicilia riuscisse a sfruttare al meglio le potenzialità dell’extralberghiero (almeno come le Isole pocanzi citate) potrebbe tranquillamente raccogliere 16 milioni di pernottamenti solo da questo fronte.
Ricordiamo che nel 2020 i B&B hanno rappresentato il 57% del comparto, mentre gli alloggi in affitto (case vacanza) il 32%, poi agriturismi, camping e villaggi turistici.
Ricordiamo poi che la spesa media giornaliera per alloggio turistico in Sicilia è stata nel 2020 di 46,20 euro. Ma il turista che alloggia in queste strutture (come ogni altro turista) spende sul territorio una media di 56 euro al giorno. Moltiplicando questa cifra per 16 milioni di pernottamenti possibili avremmo una ricaduta per l’economia dell’Isola di 896 milioni di euro. Non pochi, considerando che il Pil turistico della Sicilia nel 2019 è stato di 3,1 miliardi e la spesa turistica di 10,5 miliardi di euro.
Case vacanza, la parola a Marco Celani, presidente Aigab
Delle potenzialità dell’extralberghiero (in particolare
delle case vacanza) abbiamo parlato con Marco Celani, AD Italianway (primo
operatore sul mercato italiano degli affitti brevi) e presidente Aigab
– Associazione italiana gestori affitti brevi.
Quante sono le case
vacanze in Sicilia?
“Circa 7mila”.
Quante le seconde case
non ancora utilizzate nella nostra Isola?
“Oltre 130mila”.
Quante le case vacanze
in Sicilia gestite da privati (in maniera non professionale) e quante da
aziende?
“Stimiamo che meno di 2mila case siano gestite in modo professionale”.
Il bilancio dell’estate 2021
Come è andata la
stagione turistica delle case vacanze nell’estate 2021 e quali sono le
prospettive per il futuro?
“Sicuramente l’estate
2021 ha dato grande impulso all’apertura di nuove case vacanza e alla
professionalizzazione degli operatori grazie al fatto che c’è stata grande
richiesta proprio per i nuovi trend imposti dalla pandemia e in considerazione
delle esigenze dei viaggiatori che oggi cercano sicurezza prima di tutto
insieme a spazi ampi e da godere in via esclusiva.
Anche quella del 2021 è
stata un’estate caratterizzata prevalentemente da turismo nostrano, e spesso
abbiamo registrato prenotazioni di siciliani che hanno trascorso le loro
vacanze affittando case gestite da operatori professionali in province
siciliane diverse da quelle di residenza, cosa che sicuramente verrà superata
nel 2022 con il ritorno degli stranieri.
C’è da dire poi che purtroppo la Sicilia che vanta bellezze naturali, culturali e storiche senza pari, è sicuramente penalizzata, in termini di collegamenti e trasporti, per la sua collocazione geografica. Così anche per i turisti nord europei è molto più facile raggiungere con la propria auto, e per questo sentendosi più sicuri, altre regioni italiane. Per queste motivazioni la Regione, con tutte le sue straordinarie caratteristiche, sconta un gap in termini di occupazione e di tariffa media di vendita rispetto ad esempio alla Toscana, alla Sardegna o alla Puglia, che hanno una redditività al mq derivante da affitti brevi molto più elevata”.
Consigli per i gestori di case vacanze
La tassazione per i
ricavi dagli affitti brevi è del 20% con cedolare secca, per chi invece svolge
questo lavoro in maniera professionale che tipo di tassazione è prevista?
“Per i proprietari che
si affidano ai gestori professionali l’importo della cedolare secca è lo
stesso, ma applicato su un imponibile più basso, in quanto gli operatori che
erogano servizi di intermediazione e pulizia fatturano direttamente agli ospiti
questi costi tenendoli separati dalla locazione. Il proprietario singolo invece
è tenuto a pagare la cedolare secca sull’intero importo pagato dai viaggiatori
che comprende anche i costi dei portali e delle pulizie”.
Si è obbligati a
svolgere l’attività in maniera professionale se si gestiscono più di tre case
vacanze nello stesso comune o in generale più di tre case vacanze (anche se in
più comuni)?
“Chiunque abbia deciso
di gestire in forma imprenditoriale l’attività di gestore di affitti brevi ha
una convenienza specifica, sia organizzativa che fiscale, a farlo alla luce del
sole, indipendentemente dal numero di case che gestisce. Questo perché i costi
dei portali, delle pulizie e di ogni altra attività di collaborazione sono
ivati e l’iva diventa deducibile”.
Un gestore di case
vacanza in quale codice Ateco deve rientrare? Ed è possibile essere registrati
sotto più voci-codici Ateco? Vale a dire è possibile sia affittare gli
appartamenti per conto del proprietario che, in un secondo momento, offrire
altri servizi ai turisti ospitati?
Il codice Ateco corretto è il 50.20.51 (“Affittacamere per brevi soggiorni, case ed appartamenti per vacanze, bed and breakfast, residence”). È possibile avere codici Ateco secondari se si svolgono altre attività collaterali (ad es. ristrutturazioni, eventi, ecc.). La maggior parte degli operatori professionali offre ai propri ospiti esperienze che vengono vendute a partire dall’alloggio. E spesso le esperienze offrono una fonte di ricavo superiore al pernottamento”.
Il mercato delle case vacanze in Sicilia
In Sicilia quante
agenzie di gestione appartamenti case vacanze ci sono attualmente?
“Sicuramente qualche
centinaio; almeno 100 con oltre 30 immobili gestiti”.
Crede che il mercato
sia saturo o vi siano ancora ampi spazi per aprire una attività del genere?
“Se guardiamo a dati
comparativi relativi alle isole dell’Egeo o alle Canarie e li confrontiamo con
il numero di seconde case inutilizzate si capisce il potenziale inespresso da
parte della capacità di accoglienza dell’Isola.
Quello che serve per sfruttare questo potenziale è aiutare gli imprenditori che abbiano voglia di imparare, digitalizzarsi e fare network a competere nell’arena del turismo internazionale, attirando turisti che oggi fanno fatica a trovare attraente la nostra offerta perché cara, lontana, non dotata dei servizi essenziali e tutto sommato, ancora scarsa”.
Dario Raffaele