Le Pmi “boccheggiano” senza credito - QdS

Le Pmi “boccheggiano” senza credito

Le Pmi “boccheggiano” senza credito

martedì 25 Agosto 2009

Le piccole realtà imprenditoriali dell’Isola sull’orlo del “collasso” economico-finanziario a causa della mancanza di liquidità. Pino Apprendi (Pd) sulle banche : “È falso dire che si aprono e che aiutano ad affrontare la crisi “

PALERMO – La crisi colpisce duramente le industrie siciliane sia quelle  di grandi dimensioni sia le piccole realtà imprenditoriali appena avviate.
Tutte soffrono fortemente della congiuntura economica negativa in corso. E la situazione sembra essere ulteriormente peggiorata da un’esagerata stretta creditizia.
A Catania, la provincia senza dubbio con più imprese nel settore industriale dell’Isola, “la questione del credito – spiega Tuccio Cutugno, segretario provinciale Cgil Fiom – ha messo in ginocchio le piccole imprese artigiane che sul nostro territorio avevano punte d’eccellenza. Imprese, come quelle per la produzione di utensili per l’agricoltura, che sono sull’orlo del collasso per mancanza di credito e difficoltà ad avere liquidità. Si tratta – dice ancora Cutugno – del 70 per cento del complessivo e rivela una situazione drammatica anche dal punto di vista occupazionale: c’è gente senza più un reddito. Un dramma nel dramma”.
A subire di più la stretta creditizia, secondo Cutugno, sono “gli artigiani che hanno un mercato regionale e non avendo garanzie da offrire alle banche si trovano senza copertura”. Soffrono, e non poco, in Sicilia, anche le cooperative giovanili.
è Angela Peruca, responsabile della Lega cooperative giovanili di Sicilia, a puntare il dito contro le banche: “I nostri mille e 800 associati, il problema della stretta creditizia, lo vivono in maniera tragica. Vengono applicati tassi non indifferenti, e, molto spesso, le banche non concedono credito per motivi anche banali”.
Secondo Peruca, a penalizzare ulteriormente le cooperative giovanili, sono anche i ritardi nei pagamenti della Pubblica amministrazione. la Lega Cooperative Giovanili in Sicilia ha quindi predisposto un questionario per comprendere l’entità del fenomeno. “Il punto è – spiega – che le banche non concedono più credito e non concedendolo le cooperative sono fortemente penalizzate, perché anche la scopertura di credito e le anticipazioni su fatture vengono fatte soltanto sotto specifiche garanzie e tutele, e non è semplice”. Secondo Peruca molte piccole cooperative adesso “rischiano la chiusura”. Una possibile soluzione al problema in Sicilia, è stata proposta dal vice presidente della commissione Attività produttive dell’Ars, Pino Apprendi (Pd), che con una lettera al presidente dell’Assemblea e ai capigruppo ha chiesto una seduta permanente dell’Assemblea, ed esprime con molta durezza la sua opinione sul comportamento delle banche nei loro rapporti con le imprese. “è falso dire che si aprono alle piccole e medie imprese e aiutano ad affrontare la crisi: le banche sono assolutamente in protezione.
 Il problema in Sicilia – aggiunge il parlamentare – è gravissimo e dopo le ferie molte aziende non riapriranno più. Arrivano segnali da tutte le piccole e medie aziende dell’Isola e dalle cooperative giovanili, che non riescono a pagare le rate dei mutui. Le banche, quando vedono piccole imprese, si chiudono a riccio e creano tanti ostacoli.
Se uno ritarda a versare 100 euro – dice ancora Apprendi – chiamano i clienti e minacciano di chiudere il conto”. E a ciò si aggiunge “la burocrazia che affanna e il fatto che non escono i bandi. È tutto bloccato”.
 

 
Dalla Regione siciliana la legge sugli aiuti alle imprese
 
PALERMO – La crisi dell’economia siciliana trova concreto riscontro nelle vicissitudini delle imprese della provincia di Catania e del polo di Etna Valley, che si stanno muovendo su più fronti per fronteggiare il progressivo trend negativo, soprattutto in termini d’occupazione. Un aiuto può venire alle imprese dalla legislazione. “Il ddl 199 sugli aiuti alle imprese, recentemente varato – dice Pino Apprendi, vice presidente della commissione Attività produttive dell’Ars – è la vera norma che può consentire la ripresa dell’economia in Sicilia e dare più forza all’art. 46 della finanziaria regionale che stabilisce, per le cooperative giovanili, la proroga della scadenza della rata dei mutui fino al 31 dicembre 2010 con gli interessi posti a carico della Regione”. Nel catanese, c’è chi spera e crede nella ripresa economica e nelle banche. Sono i 100 lavoratori in cassa integrazione della Sat in liquidazione, che hanno fondato una cooperativa, la “Nuova Sat Energia”, che si propone come ragione sociale d’intraprendere un percorso nuovo nel campo della produzione di energia pulita e rinnovabile, quella del fotovoltaico e dell’eolico.

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