La riforma Ocm vino non piace più - QdS

La riforma Ocm vino non piace più

La riforma Ocm vino non piace più

mercoledì 12 Agosto 2009

Ad oltre un anno dal voto del Parlamento europeo coro di no all’organizzazione comune di mercato del settore. Castiglione è stato il relatore. Cimino: “Questo testo mette in crisi i nostri produttori”

CATANIA – “Sarà istituito un tavolo tecnico per valutare il panorama vitivinicolo regionale siciliano e adottare tutte le misure necessarie perché i produttori possano trarre un vero reddito dal loro lavoro e dare il supporto necessario per garantire la qualità della produzione”. Così l’assessore regionale all’Agricoltura, Michele Cimino, ha commentato a caldo, dopo aver incontrato il presidente dell’Istituto della Vite e del Vino, Dino Agueci, sulle problematiche del settore.
“Fermenta” sempre più malumore per l’entrata in vigore della riforma dell’Ocm vino, sebbene la firma sulla stessa sia tutta siciliana. Infatti, la riforma dell’organizzazione comune del mercato vitivinicolo approvata più di un anno fa dal Consiglio dell’Ue, ha visto quale primo relatore della stessa, Giuseppe Castiglione, oggi presidente della Provincia regionale di Catania, europarlamentare ai tempi della riforma.
Mentre infuriano le polemiche, dal primo agosto scorso è partita la stessa l’applicazione della riforma dell’Ocm, destinata ad accompagnare una rapida ristrutturazione e riconversione del settore. Alla Sicilia, per questo obiettivo, sono stati assegnati quasi 50 milioni di euro. Ed ecco servita in un “boccale di vino”, un’anomalia tutta isolana. Sebbene dello stesso partito politico (Pdl), anche se di correnti politiche interne opposte, è lo stesso Michele Cimino in una nota, a non nascondere la sua preoccupazione sugli effetti negativi che la riforma Ocm del vino, potrebbe determinare sugli stessi viticoltori isolani. “Il vitivinicolo è un settore strategico – ha affermato Cimino – per l’agricoltura siciliana, italiana e sul piano comunitario. La riforma può mettere ulteriormente in crisi la nostra vitivinicoltura. Perché questo non succeda è importante riposizionare alcune misure del programma di sviluppo rurale 2007-2013”.
Dagli operatori del comparto altri dubbi sulla nuova Ocm vino. Ma cosa prevede la riforma? Spiegava un anno fa l’esecutivo Ue: un regime triennale di estirpazione su base volontaria volto ad offrire l’alternativa per i produttori che non sono in grado di far fronte alla concorrenza e ad eliminare dal mercato le eccedenze e i vini non competitivi. E inoltre: gli aiuti per la distillazione di alcol per usi alimentari saranno progressivamente soppressi e gli importi corrispondenti, ripartiti in dotazioni nazionali, potranno essere destinati a misure per la promozione dei vini sui mercati dei paesi terzi, l’innovazione, la ristrutturazione e la modernizzazione dei vigneti e delle cantine. La riforma guarda alla protezione dell’ambiente nelle regioni vinicole e la salvaguardia di politiche di qualità tradizionali e consolidate e semplificherà le norme di etichettatura nell’interesse di produttori e consumatori. A partire dal primo gennaio 2016, ricorda Bruxelles, sarà inoltre abolito il sistema estremamente restrittivo di diritti di impianto a livello dell’Ue.
Secondo la Confederazione Italiana agricoltori s’insinua una cabina di regia occulta e “manovre speculative che rischiano di portare il comparto della viticoltura al tracollo”. Si sottolinea come in alcune aree del Paese come in Sicilia, si registrino offerte per l’uva, tutte in forte ribasso. Se il prezzo dell’uva diminuisce, aumenta la produzione (oltre sei milioni di ettolitri in più stimati rispetto all’anno scorso), “baciata” dal clima mite tutto l’anno e ciò ha messo in allarme i produttori isolani. “Purtroppo – affermano il presidente e il direttore di Coldiretti Sicilia, rispettivamente Alfredo Mulé e Giuseppe Campione – ad oggi le previsioni del prezzo di vendita sono pessimistiche e non remunerative rispetto ai costi di produzione che invece sono aumentati”.
Di recente, una rappresentativa di vitivinicoltori ha partecipato all’assemblea indetta dalla Cia in provincia di Trapani. All’assessore regionale all’Agricoltura, Michele Cimino, sono state chieste “misure concrete per contrastare i tentativi di speculazione. Dall’aiuto ad ettaro, al ripristino temporaneo dell’aiuto allo stoccaggio dei vini, al pieno e convinto sostegno della Doc Sicilia, per la quale sono state raccolte le firme necessarie alla presentazione della richiesta.

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