La madre Maria Cotoia e il fratello maggiore Loris confidano nella giustizia e si stringono ad Alex.
È stata fissata al 24 novembre la sentenza del processo che vede imputato Alex Pompa, il 19enne che il 30 aprile 2020 a Collegno, nel Torinese, uccise il padre – Giuseppe Pompa, di 52 anni – per difendere la madre dall’ennesima violenza domestica. Alex è accusato dal pubblico ministero Alessandro Aghemo di omicidio volontario aggravato dal vincolo di parentela e nei suoi confronti il pm ha chiesto una pena di 14 anni. “Sono costretto a chiedere 14 anni di carcere per l’imputato” ha riferito in aula il magistrato, che ha motivato la richiesta spiegando come la reazione del giovane fu comunque spropositata.
I fatti
Quel giorno in casa Pompa si stava consumando l’ennesima lite. Alex, nel tentativo di difendere la madre raggiunse la cucina e colpì con decine di coltellate il padre, utilizzando sei diversi coltelli. “Alex ha voluto commettere un omicidio” ha aggiunto il pm durante la requisitoria. Dopo l’omicidio, il Tribunale del riesame di Torino aveva accolto la richiesta di scarcerazione avanzata dagli avvocati difensori del ragazzo, che aveva potuto scontare la pena ai domiciliari, a casa di un compagno di classe, in vista dell’esame di maturità poi sostenuto e superato all’istituto alberghiero “Arturo Prever” di Pinerolo.
Il processo si è aperto a Torino lo scorso 10 giugno. “Di sicuro affrontare un processo nella vita non é normale – aveva detto l’imputato – e farlo a questa età é più difficile, ma confido nella giustizia e nello Stato italiano, vediamo cosa succederà nelle prossime udienze. Un anno fa mi sono diplomato, ho preso 87 su 100 alla Maturità e adesso mi sono iscritto all’università, in Scienze della Comunicazione, e sono in sessione d’esame come tutti gli altri studenti”.
Alle udienze hanno sempre partecipato la mamma di Alex, Maria Cotoia, e il fratello maggiore Loris. ”Siamo unitissimi e confidiamo nella giustizia, staremo vicini ad Alex, uno studente modello e un ragazzo perbene”, ha dichiarato quest’ultimo. “Sicuramente di quella sera non conservo un ricordo positivo – ha aggiunto la donna – ora staremo vicini ad Alex, sperando che la giustizia ci dia ragione”. (AGI)