Finanziamenti in arrivo provenienti da fondi europei e regionali con una partecipazione anche dell’Anas. Saranno circa 215 i chilometri di strade interessate dai nuovi progetti: tra questi la Ct-Rg
PALERMO – Con due miliardi e 500 milioni di euro destinati alle infrastrutture stradali la Sicilia sarà la prima regione europea per investimenti pubblici. Il 30 giugno infatti sono stati appaltati a ben 19 aziende i lavori che dovrebbero cambiare il volto o meglio l’asfalto della viabilità siciliana.
I finanziamenti provengono da fondi europei e regionali con una partecipazione anche dell’Anas. Saranno circa 215 i chilometri di strade interessate da questi progetti. Ci sarà anzitutto la Catania-Ragusa, un collegamento viario pericolosissimo destinato a diventare autostrada, anche per consentire un utilizzo a pieno regime dell’aeroporto di Comiso. Poi la cosiddetta Nord-Sud, la superstrada che dovrebbe congiungere S.Stefano di Camastra a Gela, per i tre lotti fino a Nicosia saranno spesi 600 milioni di euro.
Nel piano dei lavori appaltati infine risultano anche la Palermo- Agrigento per 250 milioni, il tratto Caltanissetta – Agrigento, che costerà 100 milioni e la Licodia – Libertina, su cui si investiranno 150 milioni“una strada apparentemente secondaria, ma che invece attraverserà una zona agricola e industriale fiorente come quella della Val Dittaino”. Così si è espresso il governatore della Sicilia, Raffaele Lombardo, che ha voluto convocare una conferenza stampa per annunciare l’entità dei lavori sul sistema viario siciliano. Il governatore ha poi annunciato nuovi progetti in cantiere: una seconda circonvallazione per Palermo, che da Ciaculli, arriverebbe a Boccadifalco, accorciando notevolmente i tempi di percorrenza per l’aeroporto palermitano di Punta Raisi. Tempi di realizzazione previsti 36 mesi.
Altra novità una seconda circonvallazione per Catania e infine la progettazione del tratto autostradale che dovrebbe congiungere Castelvetrano in provincia di Trapani a Gela, un nodo fondamentale quest’ultimo per chiudere un sistema viario che colleghi la costa siciliana. Per poter pensare e programmare in grande però ci vogliono soldi. Lombardo annuncia che arriveranno da una gestione autostradale partecipata, cioè verrà istituito un consorzio dove la regione avrà una larga quota di partecipazione e aprirà agli investimenti privati. “è l’unico modo – ribadisce il governatore – per trovare i dieci miliardi necessari alla realizzazione del progetto”. “Tutte queste strutture sono preliminari al ponte ha detto , Nino Beninati, neoassessore ai lavori pubblici, vogliamo accelerare i tempi per la posa della prima pietra che dovrebbe essere intorno alla fine del 2010”. L’anno prossimo in Sicilia dovrebbero quindi funzionare a pieno ritmo ben 40 cantieri stradali in cui andranno impiegati ben 40 mila operai. Cifre grosse che sono destinate a crescere se si inizieranno realmente i lavori del ponte, che comporteranno assunzioni per altre 20 mila unità.
Al 18 giugno secondo i dati forniti dall’Anas, sulle strade siciliane erano in attività 75 cantieri, con l’apertura dei nuovi si rischia che nell’intera isola il traffico vada totalmente in tilt. “è un pericolo inesistente risponde Ugo Di Bernardi, dirigente dell’Anas, poiché entro il 31 dicembre di quest’anno queste opere saranno totalmente completate e solo una diecina sono quelle a cui si lavorerà anche il prossimo anno. Intanto nei progetti appaltati il 30 giugno sono previsti anche lavori di ammodernamento per gli svincoli della zona industriale di Aragona, per la zona S.Bartolomeo a Caltagirone, per il sistema viario di Bronte, per la strada di collegamento Siracusa-Floridia.
E sui fondi destinati alle strade provinciali tagliati dalla finanziaria? “ I soldi ci sono assicura Manlio Munafò , dirigente generale ai lavori pubblici, abbiamo ben 290 milioni di euro destinati a completare i piani di viabilità interna dell’isola”.
Speriamo intanto, che con tutti questi lavori in corso la Sicilia non si trasformi nella prima regione europea per interruzioni viarie, anche perché se per realizzare un chilometro dei circa 215 previsti, spenderemo 11 milioni e 600 mila euro, i costi in disagi, code, perdita di ore lavorative intrappolati nelle file, non saranno certamente quantificabili.