Salvini, al rimorchio di Giorgia Meloni, parla di voto, Forza Italia frena e Gasparri dà ragione a Micciché nella kermesse di Mazara, "Ad allargare al centro alla fine si vince". Il nodo Palermo
Comunque si guardi la situazione politica italiana, la Sicilia è al centro delle grandi manovre in atto nel centrodestra in vista dei prossimi appuntamenti a cominciare dalla corsa al Quirinale, spartiacque per il destino della coalizione.
Giorgia Meloni spinge per il voto anticipato, Matteo Salvini, come sempre, va a rimorchio, ma tenta di rubarle la scena annunciando che il prossimo governo del centrodestra sarà a trazione leghista.
In Forza Italia si fanno ragionamenti più cauti, perché, dopo la batosta nelle amministrative, i tre partiti della coalizione hanno perso parecchio nei sondaggi e soprattutto non si comprende quale sia la strategia: FdI sta fuori dal Governo Draghi, FI convintamente dentro, la Lega – perlomeno quella di Salvini, visto che emergono sempre più spesso i mugugni del ministro Giorgetti e non solo -, con il consueto atteggiamento ondivago. Che però non sembra pagare più in termini di consenso.
L’unico partito del centrodestra a segnare un’inversione di tendenza è Forza Italia, che in Sicilia, a Mazara del Vallo, ha organizzato con il presidente dell’Ars Gianfranco Micciché una convention che potrebbe risultare strategica per il futuro dell’intero paese.
“Come dimostrano i sondaggi e la grande attenzione alle iniziative di Silvio Berlusconi – ha detto Maurizio Gasparri, responsabile Enti Locali di Forza Italia – il nostro partito ha recuperato centralità nel dibattito politico. A Mazara ho incontrato centinaia di quadri impegnati su tutto il territorio dell’isola, dove il partito è attivo e protagonista. E in Sicilia come e più che altrove, decisivo è l’allargamento del centrodestra che punta a confermare il proprio successo nella regione e a conquistare nei prossimi mesi l’amministrazione di Palermo e di altre città”.
A proposito di Berlusconi, il vulnus è proprio la candidatura del Cavaliere al Colle, che, al di là delle dichiarazioni pubbliche, non sembra essere vista favorevolmente da tutto il centrodestra e non è stata messa a punto ancora alcuna strategia comune per i 450 grandi elettori della coalizione.
Giorgia Meloni ha chiarito di non voler cercare “un presidente della Repubblica amico mio, di destra o centrodestra, ma uno che sia gradito agli italiani e che stia lì a far rispettare le regole a tutti nella stessa maniera e a far esercitare il diritto di voto”.
Anche Salvini non parla di Berlusconi al Colle, mentre Micciché ieri da Mazara ha fugato i dubbi sulla candidatura dell’ex Cavaliere: “Non penso, come dice qualcuno, che se Berlusconi vuol fare il presidente della Repubblica sia un pazzo. E’ la cosa più giusta che abbia mai pensato. Il fatto che questo sia oggi possibile è la prova che la verità in tutti questi anni è stata stravolta”.
Peraltro, il coordinatore di Forza Italia, Antonio Tajani, guardando alla successione di Sergio Mattarella sembra adesso escludere una corsa al colle per il premier Mario Draghi.
“È giusto che rimanga fino al 2023 – ha detto, riferendosi al Premier – perché bisogna sconfiggere il coronavirus e sostenere la crescita economica”.
Quindi, anche sull’idea di uno scioglimento anticipato delle Camere dopo l’elezione del Capo dello Stato, Forza Italia la pensa diversamente da Fratelli d’Italia.
Salvini, dal canto suo, lancia proclami: “Nel destino del Paese c’è un governo di centrodestra a guida Lega”.
Gasparri, da Mazara, lo ammonisce, dicendosi d’accordo con Micciché che “vuole allargare l’ala del centrodestra, perché ad allargare poi alla fine si vince”. E ricorda i pasticci di FdI e Lega a Roma, dove “è stato scelto un candidato sbagliato”.
Il nodo è, prima di tutto, quello del futuro sindaco di Palermo, dove, ha detto ieri Salvini, “fioccano candidati di centrodestra e, se non ci si metterà d’accordo, saremo noi a insistere per organizzare le primarie”.
Ma Gasparri invita gli alleati a essere un po’ più democristiani, chiamandoli a un percorso “che possa far sì che coalizione non perda al centro elettori che possono consentire al centrodestra di vincere”.
E a chiudere il cerchio è Antonio Tajani, affermando ieri a Mazara “Noi abbiamo una visione: senza Forza Italia non solo non si vince ma non si guida il Paese nei prossimi trent’anni”.
Gli alleati sono avvisati: sembra di essere tornati al 2018, quando era Silvio Berlusconi a dettare la linea, sottolineando, contandoli sulle dita della mano, i punti del comunicato scritto dal centrodestra e letto dopo le consultazioni, da Matteo Salvini con al fianco Giorgia Meloni.