Non è un episodio del trono di spade ma la serie italiana di House of Cards. Ossia il gioco del Quirinale.
Non è un episodio del trono di spade ma la serie italiana di
House of Cards. Ossia il gioco del Quirinale.
Berlusconi si è preso la scena e fa trapelare ovunque che è
candidato ad ascendere al colle Quirino. Per questo ha riunito sul suo nome il
centrodestra e lavora ad allargare il campo per le votazioni superiori alla
quarta, quando il Presidente della Repubblica può essere eletto con una
maggioranza semplice.
I giornali riempiono pagine ogni giorno di retroscena,
probabili ed improbabili, ed il paese sembra entrare in un Derby. Tutti quanti
possiamo partecipare come per i ct della Nazionale.
Chi non ha un parente, un amico, un conoscente fidato che
non gli ha fatto una confidenza sui giochi di palazzo?
L’ultima confidenza l’ha fatta Miccichè. Sostiene che Renzi
sia disponibile a votare l’uomo di Arcore. L’ultimo dei garantisti in una Repubblica
sempre più giacobina.
L’altro candidato, sulla bocca di tutti, anche dei barman, è
l’uomo del bar del Giambellino, il Cerutti Gino di Palazzo Chigi, quello che
chiaman Draghi.
La sinistra è terrorizzata dall’incubo Berlusconi, e prima
si è messa sotto le gonnelle di Mattarella, dicendogli che è ancora giovane,
che ha tutta la vita davanti, che se fregano dell’ordinamento costituzionale, ma
il Caimano no. Sarebbe la raffigurazione della Nemesi.
Ma il palermitano si è, come si dice da noi,
costituzionalmente “canziato”. Si è perfino preso un appartamento a Prati.
A questo punto, per quanto il “livorambizioso” Prodi tenti
qualcuno, hanno solo una scelta.
Chiedere, pregare, supplicare Draghi a rendersi disponibile
per il Colle più alto.
Che poi è alla fine il disegno di Berlusconi. Dispiegare il
suo narcisismo e poi fare lo Statista ritirandosi per il bene della patria.
Ma se Draghi va al Quirinale si sciolgono le Camere, dice
chi è interessato al voto, sul serio o per finta, e chi teme per le proprie
poltrone ed indennità.
Tranquilli queste Camere sono meno scioglibili del titanio. Se
i grandi elettori sceglieranno Draghi lui sceglierà un nuovo premier che sotto
la sua attenta guida porti avanti riforme e PNRR.
Un Franco o un Panetta, una Cartabia o una Belloni. Tanto l’assegno dell’Europa non è al portatore. È intestato Mario Draghi. Così è se vi pare.
Giovanni Pizzo