Forum con Domenico Percolla, questore di Siracusa
In che modo ha vissuto l’esperienza del trasferimento dalla questura di Enna a quella di Siracusa?
“L’inizio della mia attività a Siracusa è stato segnato dall’organizzazione del G8 Ambiente che si è svolto qualche settimana fa. Ho dovuto fare i conti con tutta una serie di problemi, legati alla manifestazione, che si sono presentati come nuovi rispetto alla mia esperienza personale. La questura si è trovata a dover gestire una quantità di risorse umane di gran lunga superiore a quella abituale, e a dover fare i conti con i vari movimenti di contestazione che si sono sviluppati nel corso dell’evento, in modo particolare i movimenti ambientalisti. Fortunatamente la macchina organizzativa ha funzionato bene, grazie soprattutto al contributo di funzionari di alta professionalità che hanno profuso tutto il loro impegno per la buona riuscita del’evento”.
Quali sono le principali differenze, tra il territorio di Enna e quello di Siracusa, per quello che riguarda i compiti assolti dalle questure?
“La provincia di Siracusa presenta caratteristiche molto differenti rispetto a quella di Enna, sia sotto il profilo dell’ordine e della sicurezza pubblica, che dal punto di vista della criminalità. La Provincia di Siracusa, rispetto a quella di Enna, è più grande, ha una maggiore densità di abitanti, gestisce una maggiore quantità risorse sotto il profilo industriale. Nell’area industriale di Siracusa, così come in quella limitrofa di Augusta e Priolo, confluiscono risorse e capitali di respiro internazionale: queste realtà imprenditoriali necessitano dunque di una particolare attenzione da parte nostra. Anche la Provincia di Enna, negli ultimi anni, sta assistendo allo sviluppo di iniziative imprenditoriali di rilievo: queste rimangono tuttavia piuttosto circoscritte al contesto locale”.
Quali sono i fenomeni criminali maggiormente diffusi sul territorio di Siracusa?
“Sul territorio di Siracusa è radicata una criminalità strutturata di tipo organizzato, che fa sentire la sua presenza sia attraverso l’attività estortiva, che attraverso reati minori. Gli episodi di microcriminalità, invece, sono poco diffusi e solitamente riconducibili alla stessa criminalità organizzata. Gli episodi di microcriminalità, non connessi alla mafia, si verificano soprattutto nella zona di Avola, mantenendo tuttavia modeste dimensioni. La criminalità organizzata, invece, agisce sia nella zona di Siracusa (quella – per intenderci – limitrofa alla provincia di Catania) che nell’area sud del Siracusano (che comprende – per intenderci – la zona di Pachino e di Noto). La vivacità imprenditoriale e la concentrazione di risorse economiche rende queste aree particolarmente “appetibili” per la criminalità organizzata. La provincia di Siracusa, ma in modo particolare l’area di Lentini, risente inoltre dell’influenza della criminalità organizzata radicata sul territorio di Catania: frequentemente, infatti, le realtà investigative di Catania e Siracusa portano avanti operazioni congiunte”.
Il racket, sul territorio di Siracusa, rappresenta dunque uno dei principali fenomeni criminali con cui le forze di polizia devono fare i conti?
“Sicuramente il racket è un fenomeno fortemente radicato e colpisce soprattutto le numerose piccole e medie imprese attive sul territorio. Le grandi imprese, invece, sono meno soggette ad estorsioni perché gestite da grossi gruppi industriali che hanno la loro sede al di fuori del territorio siciliano. Nonostante siano ancora pochi coloro che denunciano, il fenomeno delle estorsioni è in diminuzione, grazie anche alla collaborazione dei commercianti. Sono attive sul territorio dieci associazioni anti-racket con le quali la questura ha consolidato un rapporto di proficua collaborazione.
Un altro fenomeno particolarmente diffuso sul nostro territorio è quello del traffico di sostanze stupefacenti, alimentato da un’elevata percentuale di consumatori”.
Le strutture di cui disponete e le risorse umane sono adeguate?
“La sede della questura era adeguata al momento della sua realizzazione, adesso risulta sottodimensionata. Per questo motivo ho deciso di trasferire alcuni uffici in uno stabile, già utilizzato dalle forze di polizia, che si trova presso il commissariato di Ortigia. Nel complesso la nostra sede è ben strutturata.. Sto cercando di indirizzare i lavori di ristrutturazione in corso in modo da riuscire ad ampliare gli spazi e in modo da predisporre dei sistemi di sicurezza lungo l’intero perimetro della questura. L’organico è costituito da circa 600 unità, di cui circa il 60% di uomini che svolgono attività di polizia e circa il 40% di uomini che portano avanti la complessa macchina amministrativa, logistica e burocratica. Tale numero, purtroppo, non è del tutto sufficiente in relazioni alle esigenze di presidio e controllo del nostro territorio”.
Il numero dei commissariati di polizia è adeguato?
“Attualmente i commissariati di polizia sono sei. La logistica dei commissariati è un tema che mi preme molto. Sto facendo il possibile affinché la nostra questura disponga di nuove strutture, nonostante il grave problema dell’insufficienza delle risorse umane. Soprattutto a Lentini sarebbe opportuno creare delle nuove strutture e migliorare la logistica dei locali dei commissariati, visto che questi ultimi non sono adeguati alle reali esigenze del territorio”.