Il 31 gennaio del 2022 scadrà l’accordo che consente alla struttura di viale San Martino di usufruire del sostegno di Asp e Comune. Futuro incerto per i quaranta soggetti ospiti
MESSINA – Non si intravede un futuro per il Centro socio-riabilitativo residenziale per disabili gravi Don Orione e a pagarne le conseguenze rischiano di essere i quaranta ospiti della struttura. Il 31 gennaio scadrà l’accordo fatto la scorsa primavera in Prefettura che consente al Centro di viale San Martino di usufruire del sostegno dell’Asp per la spesa di medici, cinque infermieri e degli ausili e del Comune per le rette di coloro che non hanno una rete familiare.
“La retta ammonta a 2.300 euro mensili – spiega al QdS padre Natale Fiorentino, direttore dell’Istituto – circa mille euro sono coperti da pensione e indennità di accompagnamento, il resto lo integra la famiglia. Da Palazzo Zanca però non è arrivato ancora nulla. Il Comune non ha erogato la tranche di aprile stabilita ancora dal vecchio protocollo né il contributo mensile per i 17 disabili che non hanno una famiglia che possa integrare. In più, c’era l’impegno da parte dell’Amministrazione a sostenere, in proporzione all’Isee, anche altri ospiti”.
La mancanza di alcuni documenti sarebbe alla base del ritardo nell’erogazione. “Abbiamo dato la nostra disponibilità fino a gennaio 2022 – ha ribadito al QdS l’assessore alle Politiche sociali Alessandra Calafiore – e stiamo portando avanti quanto concordato in Prefettura. Se ci mettono nelle condizioni di operare fornendoci i documenti necessari lo faremo. Siamo una Pubblica amministrazione, abbiamo delle regole da rispettare. Abbiamo cercato di venire incontro a una situazione delicata, abbiamo preso impegno per un periodo transitorio. Dopo gennaio non c’è più nessun tipo di accordo e ci atterremo solo a quel verbale in Prefettura”.
“Il Comune – aggiunge l’assessore – ha già dato comunicazione ai tutori dei soggetti senza famiglia di provvedere a un’eventuale collocazione successiva. Non c’è soltanto il Comune ma anche l’Asp per la forte componente sanitaria. Confidavamo in un percorso che portava avanti il Don Orione per l’accreditamento, ma bisognava valutare scelte di natura diversa”.
La rigidità delle procedure non aiuta, dice Fiorentino. “Mi hanno assicurato – afferma – che la quota per una parte di disabili è in coda di pagamento ma per gli altri non ci sarebbe neppure la delibera”.
L’assessore Calafiore assicura che si interverrà per tutti secondo gli accordi, anche se rimane ferma sul fatto che da febbraio 2022 il Comune non coprirà più. Padre Fiorentino non nasconde la sua preoccupazione. “Si è passati – sottolinea – dalla disponibilità iniziale del Comune di dare gli operatori della Messina Social City e anche un contributo per le spese al nulla di adesso. Fatichiamo a coprire le spese: ho chiesto qualche aiuto ai miei confratelli dell’Opera Don Orione di altre città. Sono poche le famiglie che possono versare per intero la quota”.
Il Centro Don Orione dal 2001, attraverso la cooperativa Faro 85, si occupa dell’assistenza di disabili gravi e gravissimi, servizio definito, fino a marzo 2021, dal protocollo d’intesa del 2018 che prevedeva l’erogazione di un milione e quattrocentomila euro da parte del Comune e 350 mila euro dell’Asp. Alla scadenza c’è stata la proroga di un mese, ma da maggio, dopo l’intervento del prefetto, si è passati a quell’accordo transitorio.
A rendere ancora più nebulosa la situazione è il commissariamento della Faro 85, con conti da risanare, e che nello stesso stabile del Don Orione gestisce una Rsa per anziani. Una via d’uscita può essere soltanto la concessione da parte della Regione dell’accreditamento del reparto dei disabili, come Presidio di riabilitazione funzionale. Ma per il biennio 2021/2022 l’assessorato alla Salute ha già pianificato. Se ne parlerà quindi nel 2023. Cosa fare, dunque, fino ad allora?
Si potrebbe rinnovare quell’accordo fatto in Prefettura fino all’accreditamento, ipotesi che il Comune però non sembra disposto a prendere in considerazione. “Oggi – conclude Fiorentino – sarà con noi il responsabile nazionale per capire come andare avanti o per una presa d’atto che non possiamo più continuare con questo servizio. Se non c’è corresponsabilità ma soltanto delega ci ritroveremo con difficoltà che non potremo più affrontare. Abbiamo dato finora i locali in comodato d’uso gratuito alla cooperativa, ma dovranno cambiare le condizioni. Non abbiamo ritagliato dalle erogazioni in questi anni quote per la manutenzione. Ci ritroviamo adesso a fare interventi urgenti, ma i soldi non ci sono”.