Migranti, il Papa tuona ancora contro lager e schiavitù - QdS

Migranti, il Papa tuona ancora contro lager e schiavitù

Migranti, il Papa tuona ancora contro lager e schiavitù

sabato 04 Dicembre 2021

Francesco a Cipro, "Basta tacere, non sono turisti!" ed evoca nazismo e stalinismo. "Possiamo parlare di questo Mare diventato un cimitero?". Oggi il Pontefice in Grecia per proseguire il suo viaggio

Dopo i due giorni di visita a Cipro, papa Francesco continua il suo trentacinquesimo viaggio all’estero volando oggi in Grecia, con l’Italia e la stessa isola di Cipro una delle frontiere dell’immigrazione in Europa, dove sono previsti incontri politico-istituzionali e religiosi.

Ieri il Pontefice – durante un momento di preghiera ecumenica con i migranti nella Chiesa di Santa Croce, a Nicosia, – è tornato con parole molto dure sulla questione dei migranti: “Fili spinati, posti di confinamento e di schiavitù. Questa è la storia di questa civiltà sviluppata che noi chiamiamo Occidente!”

Dopo aver ascoltato quattro testimonianze di profughi provenienti dal Congo, Camerun, Sri Lanka, Iraq ha alzato gli occhi dal testo scritto che stava leggendo ed è andato a braccio.

“Ascoltando voi, guardando voi in faccia – ha detto il Papa – la memoria va oltre, va alle sofferenze. Voi siete arrivati qui, ma quanti dei vostri fratelli e delle vostre sorelle sono rimasti per strada? Quanti disperati iniziano il cammino in condizioni molto difficili e non arrivano”.

“Possiamo parlare – si è chiesto Bergoglio – di questo Mare che è diventato un cimitero? Delle sofferenze del cammino, dei tanti che sono stati rapiti, venduti, sfruttati? E’ la storia di una schiavitù, una schiavitù universale!”.

“Guardando voi, penso a tanti che sono dovuti tornare indietro, perché respinti e sono finiti nei lager. Veri lager, dove le donne sono vendute, gli uomini schiavizzati, torturati”.

“Ci lamentiamo – ha aggiunto – quando leggiamo le storie dei lager del secolo scorso, dei nazisti, di Stalin… Ma succede oggi nelle coste vicine… Lo dico perché è responsabilità mia aiutare ad aprire gli occhi”.

Il Papa è poi sbottato contro chi, come Matteo Salvini, il quale, pur definendosi cattolico, ha più volte definito i migranti “turisti”.

“La migrazione forzata – ha detto il Papa – non è un’abitudine quasi turistica, per favore! Il peggio è che ci stiamo abituando a questo: ‘Ah oggi, sì, è affondato un barcone, tanti dispersi'”.

“Ma abituarsi – ha ammonito – è una malattia grave e non c’è antibiotico contro questa malattia. Dobbiamo andare contro questo vizio di abituarci a queste tragedie raccontate nei telegiornali e altri media. È la sofferenza di fratelli e sorelle che non possiamo tacere”.

“Chi viene a chiedere libertà, pane, aiuto, fratellanza, gioia, che sta fuggendo dall’odio, trova davanti un odio che si chiama filo spinato!”.

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