Antonio Cascio, infettivologo e ordinario alla facoltà di Medicina del Policlinico di Palermo, parla a qds.it dei vaccini per i bambini e della situazione epidemiologica in Sicilia
Antonio Cascio, infettivologo e ordinario alla facoltà di Medicina del Policlinico di Palermo, parla a qds.it dei vaccini per i bambini: “Sono assolutamente sicuri, io farò vaccinare mio figlio più piccolo che ha 10 anni. E’ vero che i bimbi si ammalano di meno, ma si ammalano e certe volte possono anche finire in ospedale. Inoltre, possono essere contagiosi per i genitori e per i nonni”.
Sulla situazione Covid in Sicilia, Cascio dice: “Non vedo grosse preoccupazioni, certo però dobbiamo mantenere le precauzioni e continuare a vaccinarsi. Le feste di Natale? Cenoni col tampone, magari per i vaccinati è un eccesso di zelo, è vero, ma anche lì, coi nostri cari, bisogna usare la prudenza”.
Vaccini da 0-5 anni?
Mancano 12 giorni al via in Italia alla somministrazione del vaccino anti-Covid per la fascia dei bambini dai 5 agli 11 anni, prevista per il 16 dicembre prossimo, ma già si guarda alla immunizzazione della fascia dei più piccoli, da 0 a 5 anni.
E verosimilmente si prospetta la possibilità di partire nel primo semestre del prossimo anno, come ipotizzato dal presidente dell’Aifa e componente del Cts, Giorgio Palù.
“Moderna e Pfizer stanno già facendo la sperimentazione nei più piccini, ma credo sarà una questione di qualche mese. Non sono un divinatore ma è verosimile” che nel primo semestre del 2022 arrivi la vaccinazione per la fascia 0-5 anni, dice rispondendo a una sollecitazione durante Live In Courmayeur su Sky Tg24. E sempre per i bambini dagli Usa arriva una novità sulle cure dei piccoli pazienti affetti da Covid. Ad annunciarla l’azienda Eli Lilly. Si tratta del primo trattamento anticorpale autorizzato dai nenonati ai 12 anni.
La Food and Drug Administration (Fda) statunitense ha infatti ampliato l’autorizzazione all’uso di emergenza per gli anticorpi bamlanivimab ed etesevimab somministrati insieme per pazienti sotto i 12 anni. “Questa espansione permette a bamlanivimab ed etesevimab di essere somministrati insieme in pazienti pediatrici ad alto rischio per il trattamento del Covid-19 e per la profilassi post-esposizione”. Con la variante Delta per le fasce più giovani sono aumentati infatti i contagi. “La popolazione da 0 a 11 anni – spiega Palù – è quella che ha 300 casi per 100mila abitanti a settimana, l’incidenza più alta dell’ infezione, ed è alta anche da 0 a 3”.